Uccise la sua ex-compagna a Ginevra, condannato all'ergastolo in Senegal

Il tribunale di Diourbel ha inflitto martedì la pena massima a un italo-senegalese, autore nel 2016 di un efferato omicidio
Il tribunale di Diourbel ha inflitto martedì la pena massima a un italo-senegalese, autore nel 2016 di un efferato omicidio
GINEVRA - Sarà dunque ergastolo per l’assassino di Valentina, dottoranda in medicina italiana di 29 anni, selvaggiamente uccisa a colpi di spranga di ferro nell’aprile 2016 a Ginevra, nel quartiere dell’ospedale. La giustizia del Senegal, dove l’aggressore era fuggito e si era nascosto per sette anni, ha pronunciato il suo verdetto questo martedì. Più di nove anni dopo i fatti, il tribunale di Diourbel, una piccola città situata a 160 chilometri da Dakar, lo ha riconosciuto colpevole di omicidio con atti di tortura e barbarie. È stato inoltre condannato a versare 100 milioni di franchi CFA, ovvero 141'600 franchi svizzeri, come risarcimento danni alla famiglia della vittima.
Un processo nel cuore del Paese il 21 novembre - L’italo-senegalese era l’ex compagno della vittima. Quest’ultima aveva definitivamente chiuso la relazione con lui quattro giorni prima di essere massacrata. Durante il processo, al quale 20 Minutes aveva assistito il 21 novembre, aveva negato i fatti, nonostante diversi elementi a suo carico, in particolare la presenza del suo DNA sull’arma del delitto. Aveva sostenuto, tra l’altro, che lei fosse morta durante un alterco con tre spacciatori guineani, un’affermazione che nessun testimone ha confermato, poiché i vicini, allertati dalle grida, avevano visto solo un uomo di pelle nera accanto alla giovane donna agonizzante.
Inoltre, i giudici si erano particolarmente stupiti che l’imputato, pur godendo di un reddito e di una posizione regolare in Svizzera, avesse abbandonato tutto da un giorno all’altro. Perché avrebbe lasciato «ciò che molti africani cercano», secondo le loro parole, se fosse stato innocente? Infine, il fatto che durante la sua fuga abbia venduto una casa di sua proprietà a Dakar, nella quale viveva la madre, è stato visto molto negativamente.
Una caccia durata sette anni - Dopo essere fuggito da Ginevra in modo rocambolesco, l’assassino era rimasto irreperibile per molti anni. È stato infine localizzato nella periferia di Dakar, dove è stato arrestato nel marzo 2023, dopo sette anni di una minuziosa caccia condotta dagli investigatori ginevrini. Per portare a termine l’operazione, essi si erano recati più volte in Senegal per far avanzare la richiesta di assistenza internazionale e per aiutare i colleghi africani. Il giorno del processo, il procuratore che aveva seguito il caso durante la caccia all’uomo, Aly Ciré Ndiaye, aveva dichiarato: l’imputato «è venuto a rifugiarsi qui pensando di poter sfuggire alla giustizia, ma non c’è impunità».
L’avvocato della famiglia si dice «soddisfatto» - A seguito di questa condanna all’ergastolo (che è effettiva in Senegal e che solo una grazia presidenziale può interrompere, ma che non può essere richiesta prima di vent’anni di detenzione), Christian Faye, l’avvocato della famiglia di Valentina, si è dichiarato soddisfatto che sia stata resa giustizia. «È una pena meritata e così la famiglia vede che, anche lontano dalla Svizzera e dall’Italia, il carnefice della loro figlia è stato duramente punito».





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