Oltre 200 multe in poche ore. Quasi tutti i veicoli in transito non hanno rispettato il limite, di cui pochi erano a conoscenza
DELÉMONT - Il giorno del giudizio. Giovedì 31 ottobre la polizia cantonale giurassiana ha piazzato un radar mobile nei pressi del valico della frazione svizzera di Lucelle, vicino Delémont. Questo piccolo centro è il prolungamento dell'omonimo comune francese, il più meridionale dell'Alsazia.
Tra le 5:50 e le 9:00, ora di punta dei frontalieri diretti al lavoro, sono stati controllati 234 veicoli. Di questi, 211 superavano il limite di velocità. A riferirlo è “L'Alsace”, che cita fonti ufficiali.
Il motivo di così tante infrazioni sta nel fatto che in quel punto la velocità massima consentita non è di 50 km/h, come viene segnalato pochi metri prima, ma scende improvvisamente a 20 km/h in prossimità della dogana.
Il limite è ben precisato nell'articolo 31 dell'Ordinanza sulla segnaletica stradale del 1979, ma non è visualizzato da nessuna parte su un tabellone.
L'ordinanza prevede quanto segue: "Il segnale 'Fermata al posto di dogana' obbliga i conducenti a fermarsi all’ufficio doganale. Se le autorità doganali rinunciano temporaneamente al controllo doganale, la velocità massima nell’attraversare l’area doganale è di 20 km/h al massimo".
Tuttavia, pochissimi svizzeri - per non parlare dei frontalieri francesi -, hanno una conoscenza così approfondita della legge. Ecco spiegato perché, quel giovedì, è stata un'ecatombe.
Circa 100 conducenti hanno ricevuto una multa. Altri 109, che guidavano a una velocità di oltre 15 km/h in più rispetto al limite, sono stati convocati in tribunale. Tra i 21 e i 24 km/h di troppo si rischia il ritiro della patente per uno o due mesi, tra i 25 km/h anche per tre o sei mesi.
«Un’imboscata ben pianificata» - Sebbene i cittadini francesi non possano vedersi revocare la patente di guida dalle autorità svizzere, può essere vietato loro di guidare in Svizzera. Ciò può comportare la perdita del posto di lavoro per chi non ha altro modo di recarvisi se non quello di prendere l'auto.
«Questa è una punizione troppo severa per un errore di cui molti non erano a conoscenza», afferma il presidente del sindacato regionale dei lavoratori transfrontalieri (CDTF) Jean-Luc Johaneck. Quanto al controllo, lo definisce «un’imboscata a tutti gli effetti, ben pianificata». Anche perché, sottolinea, «è chiaro che il luogo e l'ora non sono stati scelti a caso. Il fatto che i francesi sarebbero i più colpiti non poteva essere ignorato», conclude.