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GUERRA IN UCRAINA

L'incontro con Putin «durerà finché sarà necessario»

Mosca e Washington riprendono i negoziati di pace a Mosca, dove oggi è arrivato Steve Witkoff. Peskov ribadisce senza mezze misure la necessità di eliminare le cause del conflitto.
Imago
Fonte Tass/Ria Novosti
L'incontro con Putin «durerà finché sarà necessario»
Mosca e Washington riprendono i negoziati di pace a Mosca, dove oggi è arrivato Steve Witkoff. Peskov ribadisce senza mezze misure la necessità di eliminare le cause del conflitto.

MOSCA - «Dobbiamo raggiungere i nostri obiettivi e dobbiamo eliminare le ragioni iniziali dell'operazione militare che abbiamo avviato». Dmitry Peskov torna a parlare, proprio mentre l'inviato speciale del presidente degli Stati Uniti, Steve Witkoff (accompagnato da Jared Kushner), e Vladimir Putin iniziano questo pomeriggio il loro incontro («durerà finché sarà necessario»). I due protagonisti si vedono a Mosca, dove, secondo il portavoce del Cremlino, «avranno l'opportunità di discutere gli accordi raggiunti tra Kiev e Washington, in merito alla ricerca di soluzioni».

Dunque, dopo Ginevra (domenica 23 novembre) e Miami in Florida fino a ieri con l'Ucrania, i negoziati di pace "a trazione Trump" continuano ora in Russia, con un vertice Mosca-Washington. Se Peskov conferma che la mediazione statunitense si sta dimostrando «molto efficace», ribadisce anche in modo chiaro di «volere» sì «la pace» ma che le «cause profonde alla base (...) dell'operazione militare speciale» non possono essere ignorate. Insomma, il target di Mosca per l'incontro con gli Stati Uniti è chiaro: «Dobbiamo raggiungere i nostri obiettivi e dobbiamo eliminare le ragioni iniziali» del conflitto.

Nelle dichiarazioni di Peskov c'è infine spazio anche per l'Europa, con cui «non abbiamo dialogo (...). Come si può conoscere la posizione dei colleghi su un problema così complesso se non ci si parla?». Quanto agli asset russi congelati dall'Europa («si tratta di oltre 200 miliardi di dollari»), il portavoce del Cremlino parla senza mezze misure di «rubare i beni russi che rimangono bloccati in Europa». Il tutto, mentre la Banca Centrale Europea frena sull'ipotesi di un prestito Ue all'Ucraina (140 miliardi) basato sui beni congelati alla Banca centrale russa.

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