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Scandalo sessuale Oxfam: l'ong ignorò i moniti

L'organizzazione non si sarebbe mossa tempestivamente in merito al comportamento di alcuni suoi operatori accusati di aver creato un giro di prostitute
Keystone
Scandalo sessuale Oxfam: l'ong ignorò i moniti
L'organizzazione non si sarebbe mossa tempestivamente in merito al comportamento di alcuni suoi operatori accusati di aver creato un giro di prostitute
LONDRA - La stampa britannica insiste oggi nelle denunce dello scandalo sessuale che rischia di travolgere Oxfam e di toccare altre ong umanitarie. Ed è in particolare il Times a fare nuove rivelazioni, accusando l'organizzazione di aver &laq...

LONDRA - La stampa britannica insiste oggi nelle denunce dello scandalo sessuale che rischia di travolgere Oxfam e di toccare altre ong umanitarie.

Ed è in particolare il Times a fare nuove rivelazioni, accusando l'organizzazione di aver «ignorato diversi avvertimenti» - prima di decidersi a intervenire a cose fatte - sul comportamento di alcuni suoi operatori accusati di aver creato un giro di prostitute, in parte probabilmente minorenni, e partecipato a festini durante i soccorsi per il devastante terremoto di Haiti del 2010.

I vertici attuali di Oxfam - la presidente Caroline Thomson e il chief executive Mark Goldring - sono intanto attesi oggi da una delicata convocazione della ministra per la Cooperazione Internazionale, Penny Mordaunt, che ha minacciato di tagliar loro fondi governativi (32 milioni di sterline nel 2017) e di destinarli ad altri in mancanza di chiarezza e d'impegni precisi per il futuro.

All'incontro è invitata pure Michelle Russell, responsabile delle investigazioni presso la Charity Commission, agenzia di controllo britannica sulle ong.

«Tolleranza zero» - La Commissione europea ha «un approccio di tolleranza zero verso qualsiasi accusa di cattiva condotta da parte di organizzazioni che ricevono i nostri fondi. In questo caso specifico ci aspettiamo che Oxfam chiarisca in pieno tutte le accuse con la massima trasparenza, in modo urgente. Siamo pronti a rivedere, e se ce n'è la necessità a cessare i fondi a qualsiasi partner che non rispetti gli alti standard etici». Così una portavoce dell'Esecutivo comunitario.

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