È l'avvertimento lanciato dal Centro Internazionale per lo Sviluppo Integrato della Montagna
ISLAMABAD - La persistente coltre di neve nella catena dell'Hindu Kush-Himalaya, che si estende dall'Afghanistan al Myanmar, ha raggiunto il livello più basso degli ultimi 23 anni, minacciando le risorse idriche di quasi due miliardi di persone. È l'avvertimento lanciato dal Centro Internazionale per lo Sviluppo Integrato della Montagna (International Centre for Integrated Mountain Development, Icimod).
«Le precipitazioni sono state meno intense e la stagione della neve, che di solito inizia a ottobre-novembre, è iniziata a fine gennaio», ha spiegato Sher Muhammad, autore principale del rapporto Icimod.
In diversi Paesi della regione sono già stati diramati allarmi di siccità, che mettono a rischio i prossimi raccolti e l'accesso all'acqua per le popolazioni che già devono far fronte a ondate di calore più lunghe, più calde e più frequenti. Anche l'energia idroelettrica prodotta dai fiumi è minacciata.
Il rapporto del centro con sede a Kathmandu, che riunisce ricercatori provenienti da tutta la regione, cita un elenco di potenziali rischi, tra cui la «riduzione della portata dei fiumi, maggiore dipendenza dalle falde acquifere e l'aumento del rischio di siccità».
Nel suo rapporto, l'Icimod esorta i Paesi che dipendono dai 12 bacini che alimentano i fiumi della regione a «preparare strategie adeguate di gestione delle risorse idriche» e a «migliorare la prevenzione della siccità».