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MONDOLa nuova variante del virus «potrebbe incidere sui metodi diagnostici»

20.12.20 - 16:32
In una settimana i casi sono aumentati del 50% nel Regno Unito.
Keystone
Fonte ats ans - Maria Emilia Bonaccorso
La nuova variante del virus «potrebbe incidere sui metodi diagnostici»
In una settimana i casi sono aumentati del 50% nel Regno Unito.
Non si tratta della prima variante del coronavirus.

COPENAGHEN - Le «informazioni preliminari» sulla variante del Covid-19 suggeriscono che «potrebbe anche incidere sull'efficacia di alcuni metodi diagnostici», oltre al fatto che «potrebbe essere più contagiosa». Lo spiega un portavoce dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), sezione Europa, chiarendo comunque che al momento non c'è «alcuna prova di un cambiamento nella gravità della malattia».

L'Oms, aggiunge, fornirà maggiori informazioni non appena avrà «una visione più chiara delle caratteristiche di questa variante».

Nel Regno Unito i casi di Covid-19 sono aumentati di oltre il 50% in una settimana. Lo sottolinea l'Independent dando la notizia della cifra record di contagi del paese in 24 ore con quasi 36'000 nuove infezioni registrate.

La nuova variante del virus identificata in Gran Bretagna presenta molte mutazioni relative alla proteina Spike, che aiuta il virus ad entrare nelle cellule. C'è una prova indiretta che la nuova variante del virus si diffonde più rapidamente.

Anche la Germania ferma i voli - Anche la Germania, come altri paesi europei, sospenderà i voli con la Gran Bretagna a partire da mezzanotte, per i timori legati alla variante del coronavirus. Lo ha fatto sapere una fonte del governo tedesco.

«Non c'è motivo di allarme» - Al momento «non c'è ancora motivo di allarme» per la variante del Covid-19 che sta circolando a Londra e nel sudest dell'Inghilterra. Lo afferma Brett Giroir, assistente del segretario alla sanità degli Usa, in un'intervista a Abc.

Più veloce ma non più letale - Al momento non c'è nessuna evidenza che la variante del virus del Covid-19 individuato in Gran Bretagna sia meno sensibile al vaccino in arrivo, riducendone quindi la sua efficacia. È più veloce ma non più cattivo: al momento infatti non ci sono prove che sia capace di fare maggiori danni all'organismo e uccidere di più. Lo spiega il virologo Carlo Federico Perno, professore di microbiologia, all'UniCamillus e International Medical University di Roma, e direttore del reparto di microbiologia, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in Roma, direttamente in contatto con il virologo Ravy Gupta, della Univesity College London, che ha isolato la nuova variante in previsione per la condivisione dei dati scientifici.

«Ho visionato lo studio - riferisce Perno. Il coronavirus ha una capacità molto inferiore rispetto ai virus classici di modificarsi: in tutto è avvenuto circa una ventina di volte. Per il virus dell'Hiv ci sono state invece milioni di varanti e per quello dell'Hpv addirittura miliardi».

Però, aggiunge Perno «come tutti i virus, quando può, migliora la sua capacità di infettare perché ha come obiettivo biologico quello di crescere. Più circola, più si modifica, e il suo tasso di variazione è funzione dei cicli replicativi».

«Una variante significativa c'è stata già, quella che gli scienziati hanno denominato 614 D, già presente in Italia a marzo nel 5% delle persone infettate, ora nel 100% e che ha reso già più veloce la trasmissione, spiegando anche in parte la seconda ondata. Ed esiste anche un'altra variabile sudafricana».
 
 

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