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Spionaggio a Ispra: «Non erano droni russi»

Nuovi elementi dovrebbero permettere di archiviare l'inchiesta aperta nel marzo scorso
Google Street view
Fonte Ats ans
Spionaggio a Ispra: «Non erano droni russi»
Nuovi elementi dovrebbero permettere di archiviare l'inchiesta aperta nel marzo scorso

ISPRA - Non un drone, ma un amplificatore di segnale Gsm di una famiglia di Ispra. Questa la motivazione che dovrebbe portare all'arichiviazione dell'inchiesta aperta in primavera in relazione ai rilevamenti sospetti fatti alla sede di un centro di ricerca dell'Ue a Ispra, sul Lago Maggiore.

Il Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea di Ispra, situato nelle vicinanze della divisione elicotteri di Leonardo-ex Finmeccanica a Vergiate (Varese), aveva registrato i presunti «avvistamenti» per nove volte tra il 20 marzo e il 14 aprile e altre tredici volte tra il 16 aprile e il 27 maggio di quest'anno.

Secondo quanto scrive "Il Corriere" nelle pagine milanesi, i "falsi positivi" sono stati determinati dalla sovrapposizione tra le (sinora sconosciute) interferenze autogenerate proprio dal sistema di sicurezza e la sporadica attività (nella villetta di una innocua famigliola di Ispra) di un amplificatore di segnale Gsm comprato su Amazon perché in casa il telefono cellulare non prendeva bene.

Sulla scorta di questi elementi la Procura di Milano ha chiesto al Giudice per le indagini preliminari (Gip) l'archiviazione dell'inchiesta aperta in primavera (a carico di ignoti) per le ipotesi di "spionaggio politico o militare", "associazione a delinquere con finalità di terrorismo o eversione", "attentato alla sicurezza dei trasporti".

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