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DELITTO DI MONTORFANO: Gerardo ha cercato di difendersi

È quanto emerge dall’autopsia svolta sul copro del giovane ucciso dal padre martedì scorso. Forse domani i funerali. Sul fronte delle indagini, intanto, il Sostituto Daniela Meliota ha dato incarico ai Carabinieri del Ris di Parma di effettuare una serie di perizie di tipo balistico per risalire alla provenienza della pistola a tamburo
DELITTO DI MONTORFANO: Gerardo ha cercato di difendersi
È quanto emerge dall’autopsia svolta sul copro del giovane ucciso dal padre martedì scorso. Forse domani i funerali. Sul fronte delle indagini, intanto, il Sostituto Daniela Meliota ha dato incarico ai Carabinieri del Ris di Parma di effettuare una serie di perizie di tipo balistico per risalire alla provenienza della pistola a tamburo
MONTORFANO – Ha cercato in qualche modo di difendersi parandosi con un braccio. Gerardo Vizzini, il giovane di Montorfano ucciso dal padre Alfonso perché di lavorare non ne aveva troppa voglia, quando ha visto il genitore impugnare...
MONTORFANO –Ha cercato in qualche modo di difendersi parandosi con un braccio. Gerardo Vizzini, il giovane di Montorfano ucciso dal padre Alfonso perché di lavorare non ne aveva troppa voglia, quando ha visto il genitore impugnare la Smith and Wesson che poi lo ucciderà, ha alzato le braccia tentando una disperata difesa. E questo spiegherebbe perché sul corpo del ragazzo l’anatomopatologo incaricato di svolgere in queste ore l’autopsia, ha trovato otto fori di proiettile, alcuni di questi trapassanti. I colpi esplosi dal padre, ricordiamolo, sono stati tre in rapida successione e a distanza pressoché ravvicinata: un paio di metri. A dimostrazione che il 31enne ha cercato di difendersi sono proprio i fori rinvenuti sulle braccia segno che le pallottole dopo aver colpito alle braccia la vittima sono fuoriuscite raggiungendo poi l’addome. Domani dovrebbero svolgersi i funerali ma una conferma anche sull’orario dovrebbe giungere entro sera. Sul fronte delle indagini, intanto, il Sostituto Daniela Meliota ha dato incarico ai Carabinieri del Ris di Parma di effettuare una serie di perizie di tipo balistico per risalire alla provenienza della pistola a tamburo, sei colpi. L’omicida sin dal primissimo interrogatorio aveva ammesso al Magistrato Inquirente di averla acquistata a Milano per 200.000 lire un paio di anni fa. I proiettili, invece, potrebbe averli recuperati in cantina dove uno dei figli conserva diverse armi e munizioni, tutto materiale regolarmente denunciato. Se così fosse sarebbe questo un elemento che in qualche modo potrebbe aggravare la posizione giudiziaria del pensionato originario di Canicattì e accusato di omicidio volontario aggravato dal vincolo della parentela.

di Bob Decker

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