«8700 morti per dengue e chikungunya»

Circa il 30% della popolazione sarebbe stato colpito, la letlità è "moderata"
L'AVANA - L'attuale epidemia di arbovirosi a Cuba avrebbe provocato fino a 8'700 morti, un bilancio di gran lunga superiore ai 55 decessi ufficialmente riconosciuti dal ministero della Salute. È quanto emerge da un rapporto dell'Osservatorio cubano di audit della cittadinanza, l'Ocac, realizzato insieme al think tank Cuba Siglo 21, che fotografa il collasso del sistema sanitario dell'isola con dati aggiornati a metà dicembre.
Secondo il rapporto, ripreso dai principali media cubani indipendenti e basato su statistiche ufficiali e stime epidemiologiche, circa il 30% della popolazione sarebbe stato colpito da dengue e chikungunya, pari a 2,9 milioni di persone. In uno scenario di letalità "moderata", compatibile con ospedali saturi, carenze assistenziali e un'elevata incidenza di comorbilità, il tasso di mortalità oscillerebbe tra lo 0,3% e lo 0,5%, per un totale stimato compreso tra 8'700 e 14'500 vittime.
Le autorità sanitarie cubane riconoscono invece 37 morti per complicazioni da chikungunya e 18 per dengue, senza fornire dati distinti sul numero dei contagi. Il rapporto denuncia una grave mancanza di trasparenza che avrebbe ritardato l'allerta alla popolazione, mentre i casi aumentavano in un contesto segnato da blackout, ristagni d'acqua, rifiuti non raccolti e una debole campagna di prevenzione contro le zanzare Aedes aegypti, responsabili della trasmissione dell'arbovirosi.
Il dossier attribuisce la crisi a scelte politiche di lungo periodo, dalla progressiva riduzione degli investimenti in sanità alla priorità accordata al turismo, e invoca riforme strutturali oltre a una valutazione indipendente dell'emergenza sanitaria in corso.



