Single in cerca del vero amore: ma quanto è dura


Kathya Bonatti, consulente in sessuologia, è ospite di Tio Talk. E spiega: «Sanare le ferite del passato è importante per non riprodurle in una relazione».
SAVOSA - Ma perché è sempre più difficile trovare l'amore? Le reazioni al recente articolo di tio.ch "6'000 franchi per provare a innamorarsi" sono state tantissime. E allora abbiamo deciso di invitare Kathya Bonatti, consulente in sessuologia, nello studio di Tio Talk.
Tra agenzie per single e applicazioni di incontri le possibilità di conoscere l'anima gemella oggi sono infinite. Eppure ci si sente sempre più soli. Perché?
«Le persone cercano l'anima gemella per sanare le loro ferite che spesso risalgono a quanto vissuto nella famiglia d'origine. Se non hanno risolto prima le loro ferite emotive e sentimentali, rischiano di trovare e riproporre nella coppia il modello vissuto nella famiglia d'origine. È così che poi le cose vanno storte».
D'accordo. Ma così si insegue una perfezione che non esiste. O no?
«Non parliamo di perfezione. Bensì di consapevolezza. Una persona dovrebbe maturare. Imparare dal proprio passato. Magari chiedersi come mai le capita sempre la stessa tipologia di partner ad esempio. Solo in questo modo si riesce a uscire dagli schemi automatici che si ripetono nelle relazioni affettive».
Il web è una giungla. Difficile sapere chi c'è dall'altra parte.
«Ci si rivolge alle app per guadagnare tempo. Il rischio di fare incontri con narcisisti o bugiardi c'è. Una persona che si approccia a un'applicazione o a un'agenzia dovrebbe prima di tutto avere in chiaro cosa vuole, che obiettivo ha. Ci sono app specifiche per ogni cosa. Per le avventure, per i tradimenti, per le relazioni serie. Conosco persone che grazie a un'app di incontri si sono sposate. Quello che serve è la chiarezza».
Le agenzie teoricamente selezionano già profili seri. In alcuni casi non c'è la possibilità di vedere la fotografia della persona che si incontra però. Decide l'algoritmo.
«È un limite. Gli algoritmi sono impostati secondo quanto noi richiediamo all'agenzia. Secondo i nostri gusti. Ma arrivano fino a un certo punto. Statisticamente è nei primi due secondi, cioè al primo impatto estetico, che si capisce se una persona ti intriga o no».
Ecco. Quanto conta l'estetica?
«La bellezza è tale in base ai gusti. Però è chiaro che conta. Così come contano gli odori, la mimica, la comunicazione non verbale. Se una persona ti piace lo senti. Il tuo corpo non mente mai».
Oggi le relazioni saltano sempre più facilmente. Per quale motivo secondo lei?
«Non siamo educati all'autenticità. Le coppie durano, anche per tutta la vita, se hanno voglia di condividere, se sono aperte, se i partner si mettono in discussione e si chiedono cosa possono fare per continuare a nutrire il rapporto».
Molti cercano di rimettersi in gioco dopo un divorzio.
«Lo ribadisco: le esperienze aiutano a crescere, a sanare le famose ferite del passato. Ecco perché io trovo bellissimo che ci si possa rimettere in gioco anche dopo una separazione. Magari si trova qualcuno che ha vissuto le tue stesse esperienze. E magari si riesce ad affrontare le cose con altri occhi, perché nel frattempo si è maturati».
I giovani credono ancora nell'amore?
«Sì che ci credono. Il problema è che spesso imparano ad amare attraverso la pornografia. E quindi non sempre riescono a entrare in maniera adeguata in relazione con il partner. Serve un'educazione ai sentimenti. Non solo al gesto meccanico».
