«Cosa è successo dopo il mio periodo buio»

Da show man a volontario benefico. La scelta forte di Jimmy "karaoke" Smeraldi. Oggi grazie allo sport raccoglie beni di prima necessità: «Perché in Ticino c'è tanto disagio».
Da show man a volontario benefico. La scelta forte di Jimmy "karaoke" Smeraldi. Oggi grazie allo sport raccoglie beni di prima necessità: «Perché in Ticino c'è tanto disagio».
SAVOSA - Da show man a volontario benefico. Jimmy "karaoke" Smeraldi racconta a TioTalk la sua nuova vita. È lui il padre di "Help 2 Help", un'iniziativa che mira a raccogliere beni a lunga conservazione.
Perché "Help 2 Help"?
«È un po' la traduzione di "aiutare ad aiutare". Nasce da un periodo difficile della mia vita. Raccolgo beni di lunga conservazione. Lo faccio grazie a partite di calcio: ogni partecipante porta qualcosa. Purtroppo in Ticino c'è parecchio disagio. E molta gente si vergogna di essere nel bisogno».
Negli anni '90 hai fatto cantare tante piazze gremite.
«Io nasco come presentatore. Il karaoke è arrivato quasi per scherzo. Ho visto subito che tirava. Poi c'è stato un boom. Ero dappertutto. Amavo "Stand by me", ma odiavo "Hanno ucciso l'uomo ragno" perché la volevano cantare tutti».
Allo stesso tempo sono arrivate le avventure in radio, in televisione.
«In Svizzera ma anche in Italia. Ho lavorato per Canale 5. E ho capito quanto il mondo dello spettacolo ti illuda. Per avere uno stipendio dovevi aspettare anche sei mesi. E poi magari erano quattro soldi».
Tu sei nato a Londra e sei di madre lingua inglese.
«E questo mi ha aperto altre porte. Ho girato il mondo per conto di un'azienda che faceva incontrare scuole internazionali con agenzie che reclutano studenti. Organizzavo fiere, workshop».
Fino al 2020. L'anno in cui la tua vita subisce uno scossone brutale.
«Arriva il Covid-19. E tutto si ferma. Compreso il lavoro visto che i voli non circolavano più. Non solo: proprio in quel periodo mia moglie Antonella, da cui ero divorziato ma con cui avevo mantenuto un ottimo rapporto, si è spenta in seguito a un cancro».
Psicologicamente deve essere stata dura.
«Il distacco da Antonella è stato brutale, eravamo molto legati. E poi c'era il problema del lavoro. Essendo indipendente ho beneficiato degli aiuti Covid. Ma non vedevo la fine del tunnel».
È in quel periodo che avviene la tua metamorfosi.
«"Help 2 Help" in un certo senso nasce lì. In Svizzera siamo fortunati. Lo Stato è presente. Però ci sono situazioni logoranti. Il tipo di povertà è particolare, non la si nota con le persone per strada. Ma con gente che fatica ad arrivare a fine mese, o che deve scegliere se pagare la cassa malati o fare la spesa per mangiare. Chi si trova in questo limbo spesso è confrontato con lunghe attese prima che riceva degli aiuti. E nel frattempo gli manca l'essenziale».
Padre di due figli, hai trovato spesso rifugio nella fede e nella lettura della Bibbia.
«Ed è anche per questo che sono entrato in contatto con l'associazione delle donne cristiane di conforto. Ho conosciuto la responsabile Astrid. Mi ha spiegato cosa fanno. Vanno in soccorso di tutte quelle persone che si trovano in una condizione di disagio economico».
Come?
«Le aiutano con la burocrazia. E forniscono loro beni di prima necessità. Pasta, riso, sughi. "Help 2 Help" non chiede finanziamenti. Ma mi sto rendendo conto che non è così facile. La gente è sempre più malfidente quando c'è di mezzo la beneficenza. Anche per questo uso lo strumento delle partite di calcio. Ci metto la faccia. Chi volesse giocare contro la mia squadra mi contatti. Farebbe un bel gesto».








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