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Ticinese aggredito, è caccia a Beppe "maccheroni"

Notizie confuse sull’uomo che ha aggredito Marco Piffaretti per gelosia: "Forse è scappato a Cuba, oppure si è costituito"
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Ticinese aggredito, è caccia a Beppe "maccheroni"
Notizie confuse sull’uomo che ha aggredito Marco Piffaretti per gelosia: "Forse è scappato a Cuba, oppure si è costituito"
PLAYA DEL CARMEN - “Lo chiamano Beppe “maccheroni”. La Polizia, gli italiani, gli amici di Marco lo cercano e lo troveranno sicuramente. Non si scappa da Playa. Non può essere uscito ed è in attesa di processo per...

PLAYA DEL CARMEN - “Lo chiamano Beppe “maccheroni”. La Polizia, gli italiani, gli amici di Marco lo cercano e lo troveranno sicuramente. Non si scappa da Playa. Non può essere uscito ed è in attesa di processo per spaccio”, questo ci diceva domenica scorsa Stefano, un amico di Marco Antonio Piffaretti, il 45enne ticinese aggredito e ora morto cerebralmente a Playa del Carmen. Il cuore di Piffaretti batte ancora, ma solo grazie alle macchine dell’ospedale di Cancun. Purtroppo, però, è clinicamente morto. In Messico, infatti, la legge vieta di staccare la spina in presenza di qualsiasi segno di vita. Altrimenti sarebbe eutanasia.

Giuseppe Ruggiero, italiano 42enne, lo ha aggredito con una mazza da baseball. Un raptus di rabbia e gelosia da parte di un uomo non particolarmente violento. Secondo chi lo conosceva, Ruggiero non sembrava un delinquente di grosso calibro, ma un balordo. “ Ho conosciuto Beppe Ruggiero - ci spiega ancora Stefano - quando stavo cercando casa e lui mi ha fatto vedere la sua. Mi sembrava una persona normale. Parlava molto, si dava delle arie da balordo. Ma quello che ha fatto è allucinante. Non è un vero narcotrafficante come lo intendiamo noi in Europa. A Playa se ti beccano con un chilo d’erba diventi subito un pericoloso narcotrafficante. Fa notizia. Lui era stato beccato con due chili di marijuana”.

 

Per questo era stato condannato con una multa di 3000 pesos messicani (equivalenti a circa 230 franchi svizzeri) e sei mesi di prigione. Un altro cittadino ticinese che si trova in Messico ci spiega però che, per chi fa parte del circolo dei narcotrafficanti, la tendenza del governo messicano è quella di non pubblicare nessun tipo di notizia che voglia risaltare il narcotraffico in Messico (in controtendenza con il precedente governo di Felipe Calderón, che era apertamente in guerra civile con i narcotrafficanti).

 

C’è ancora un elemento. Ieri le informazioni giunte in redazione sulla sorte di Beppe “maccheroni” sono stata due. Un cittadino ticinese ci ha scritto che molto probabilmente è fuggito a Cuba. Ma è più un calcolo di probabilità che una notizia: “Se fossi ricercato, prenderei un’auto e sparirei, o a Città del Messico, dove ci sono 10 milioni di abitanti, oppure prenderei un motoscafo e scapperei a Cuba o Santo Domingo”. La seconda informazione invece vorrebbe che Ruggiero si sia costituito. Per ora, però, sui siti ufficiali non c’è ancora nulla.

 

A Playa del Carmen, come riferisce Stefano, tutti si conoscono. Si conoscevano anche il 45enne ticinese e Giuseppe Ruggiero. Alla base dell’aggressione, la gelosia. In mezzo ci sarebbe stata una donna cubana, una prostituta, compagna di Ruggiero. La donna avrebbe avuto una relazione con il 45enne ticinese nel periodo del carcere. “Ma non era una storia importante” conferma Stefano.

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