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CAPRIASCADoveva essere portato all'asilo, lo dimenticano sul pulmino

18.01.23 - 19:00
Protagonista un bimbo di tre anni ritrovato al buio in un magazzino. L'allarme è scattato quando la mamma è andata a prenderlo per pranzo.
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Doveva essere portato all'asilo, lo dimenticano sul pulmino
Protagonista un bimbo di tre anni ritrovato al buio in un magazzino. L'allarme è scattato quando la mamma è andata a prenderlo per pranzo.

CAPRIASCA - Doveva recarsi alla scuola dell'infanzia. Ma è stato dimenticato sul pulmino ed è rimasto rinchiuso in un deposito al freddo e al buio per oltre tre ore. È accaduto martedì mattina a un bimbo di tre anni residente in Capriasca.

Così è scattato l'allarme – La vicenda è venuta alla luce quando la madre del piccolo, verso le 11, si è recata all'asilo per portare a casa il bambino. A quel punto la docente le comunica che il bimbo non si sarebbe mai presentato in sezione. Subito scatta l'allarme. La madre e i famigliari si mettono alla disperata ricerca del piccolo, cercando di ricostruire il possibile accaduto.

L'ipotesi surreale – I telefoni diventano roventi. Si cerca di capire chi possa avete visto per ultimo il bimbo. Finché non si arriva all'ipotesi surreale di guardare nel deposito in cui viene parcheggiato il pulmino, situato nella zona di Taverne, a diversi chilometri dalla scuola dell'infanzia in questione.

Il ritrovamento – Il bimbo sarebbe stato ritrovato attorno a mezzogiorno in condizioni fisiche buone, ma piuttosto turbato. Al momento non si conosce l'esatta dinamica dei fatti. Di chi è la responsabilità di quanto successo? Del conducente? Della pattugliatrice?

«Presto per trarre conclusioni» – Andrea Pellegrinelli, sindaco di Capriasca, conferma che le autorità si stanno occupando del caso. A Tio/20 Minuti spiega: «Sono cose che non dovrebbero accadere. Ma è presto per trarre conclusioni. I dettagli non sono ancora noti. Aspettiamo di saperne di più». La vicenda, chiusasi con un lieto fine, ha destato parecchio stupore nella popolazione. «Certo – dice il sindaco –. Ma per valutare davvero la questione bisogna attenersi ai fatti oggettivi». 

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