O sarebbe meglio dire quanto NON ce n'è (più)? Ce lo spiega il Laboratorio Cantonale che ha da poco pubblicato un rapporto a riguardo
BELLINZONA - 204 campioni d'acqua potabile, prelevati in tutto il Ticino in zone non esplicitate ma «ritenute problematiche per la presenza di arsenico».
L'analisi in cerca di tracce naturali della sostanza tossica, svolta dal Laboratorio cantonale, ha avuto un esito incredibilmente positivo: lo 0% dei campioni analizzati era da considerarsi non conforme, ovvero con una concentrazione della sostanza tossica al di sopra del limite di legge di 10µg/l (10 microgrammi per litro).
Un risultato, questo, ottenuto «soprattutto grazie all’impegno delle aziende coinvolte, ma anche grazie al grande lavoro di controllo e informazione da parte del Laboratorio cantonale», riporta in comunicato il Laboratorio, «in alcuni casi sono stati necessari investimenti di diverse centinaia di migliaia di franchi da parte dei comuni». Quello dell'arsenico nelle acque potabili è un problema diffuso tanto a livello svizzero quanto a livello cantonale.
«In alcune zone si è presentato un fenomeno particolare che ha creato qualche grattacapo alle aziende coinvolte», spiega il rapporto che conferma come si tratti però di «un fenomeno raro».
Si tratta del rilascio di arsenico "incrostatosi" con gli anni all'interno delle vecchie tubature in ferro che veniva gradualmente sciolto dall'acqua già dearsenizzata dagli impianti e che quindi - in maniera contraria - finiva per aumentare la concentrazione della sostanza velenosa.
Sono davvero manciata i casi-limite proprio a ridosso dei 10µg/l: «Questi casi sono stati monitorati da vicino e, in collaborazione con le aziende distributrici d’acqua, il valore ha potuto essere ulteriormente abbassato per garantire una maggiore sicurezza nel rispetto del limite».
Tossico, ma naturale.
L’arsenico è un metallo pesante naturalmente presente nella crosta terrestre e la cui tossicità è nota fin dall’antichità.
In Ticino l’arsenico ha origini puramente naturali. Esso è presente nel sottosuolo come componente di diversi minerali. Acque sotterranee venute in contatto con questo tipo di rocce, possono arricchirsi di arsenico.
«Prima dell’entrata in vigore del nuovo limite di legge, il 30% delle reti idriche, nelle zone problematiche, presentava concentrazioni di arsenico comprese tra 10 e 50 µg/l», spiega il Laboratorio cantonale.