Caso Hospita-Lega, Petrini rompe il silenzio: «La mia coscienza è pulita»

L'avvocato difende la legittimità del suo operato e respinge accuse e sospetti su un presunto conflitto d’interessi.
CANTONE - Nel pieno delle tensioni politiche e delle polemiche attorno al caso Hospita-Lega, l’avvocato e notaio Enea Petrini, autore del cosiddetto “rapporto segreto”, rompe il silenzio. In una lunga intervista sul Corriere del Ticino ha sottolineato di essere stato in silenzio «per troppo tempo, per non alimentare le polemiche». Ultimamente, tuttavia, «alcune persone hanno iniziato una campagna diffamatoria nei miei confronti».
Petrini respinge l’etichetta di dossier riservato: «Il termine “rapporto segreto” non è corretto». L’incarico affidatogli da Norman Gobbi e Alessandro Mazzoleni (Lega dei Ticinesi), sostiene, mirava unicamente a chiarire presunte voci su «una presunta situazione debitoria» e procedure a carico di Hospita. «La richiesta era legittima».
Le relazioni personali con i coniugi Alberti, finiti al centro delle carte circolate nelle ultime settimane, vengono ridimensionate: «Mai un pranzo, una cena, un aperitivo, una frequentazione, che non fosse in ambito politico. Vi sono poi stati dei rapporti professionali. Si è scritto molto di presunti legami stretti di amicizia, ma questo non corrisponde al vero». E sui presunti conflitti d’interesse replica: «Non sono mai stato l’avvocato della famiglia Alberti».
Petrini rivendica l’indipendenza del suo operato. La conferma sarebbero proprio le contestazioni non favorevoli nei confronti di Alberti riportate nel rapporto. Minimizza anche la natura dei messaggi WhatsApp con Alberti: «Non è perché due persone (...) si danno del tu (...) che significa vi sia un legame di amicizia».
Le accuse di strumentalizzazione politica lo irritano: «Il gioco sporco è quello di chi oggi (...) sta cercando di creare un “Caso Petrini” per distogliere l’attenzione dal ben più grave “Caso Hospita”». E rimanda ogni chiarimento alla prevista Commissione parlamentare d’inchiesta: «Aspetto fiducioso la CPI in modo che le vere responsabilità vengano alla luce».
Sul suo ruolo in BancaStato, ente con cui Hospita intratteneva rapporti, precisa: «Non ho verificato “carte bancarie”» e definisce “assurda” l’ipotesi di violazione del segreto. Conferma inoltre l’intenzione di lasciare il CdA nel 2025: «Ho già comunicato che non richiederò un rinnovo». Petrini è membro del CdA dell’istituto bancario dal 2023 in quota Lega.
Infine, respinge l’idea di avere colpe da espiare: «La mia coscienza è pulita». E guarda oltre: «Il prossimo anno riprenderò in mano il mio tempo».




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