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Ticinesi sempre più in fuga dal militare, Gobbi: «Preoccupante. Ci vuole un cambio di mentalità»

Sono sempre più numerosi i giovani che preferiscono il servizio civile a quello militare. Dal 15,9% del 2020 si è arrivati al 21,6% del 2024.
Tipress (archivio)
Ticinesi sempre più in fuga dal militare, Gobbi: «Preoccupante. Ci vuole un cambio di mentalità»
Sono sempre più numerosi i giovani che preferiscono il servizio civile a quello militare. Dal 15,9% del 2020 si è arrivati al 21,6% del 2024.

BELLINZONA - Nel 2024 il 21,6% dei giovani ticinesi ha scelto il servizio civile, preferendolo al militare. Una cifra, questa, che segna un deciso aumento (+5,7%) rispetto al 15,9% del 2020 e che è in netta controtendenza con il dato nazionale.

A svelarlo, nell'odierna conferenza stampa dedicata all'Esercito e al suo impatto in Ticino, è stato il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi.

«Bisogna riconoscere l'impegno del soldato» - «A livello svizzero siamo passati dal 16,3% del 2020 al 14,6% del 2024», ha sottolineato il consigliere di Stato, soffermandosi poi sul trend ticinese. «Per il nostro cantone questa crescita è un elemento di preoccupazione perché mancando militi ticinesi anche le nostre formazioni rimangono indebolite».

E secondo Gobbi sarebbe auspicabile un dietrofront. «Bisogna valorizzare maggiormente il milite, e l'Esercito sta già sviluppando la comunicazione in questa direzione. Evidentemente a livello di curriculum fare il soldato di fanteria porta meno che operare come appoggio in una scuola o in una casa anziani. È questa la sfida».

«La verità è che oggi non viene riconosciuto l’impegno del soldato a difesa del proprio Paese e della popolazione», ha sottolineato il consigliere di Stato. «Ci deve essere quindi un cambio di mentalità generale».

Voto in vista e Gobbi raccomanda il "no" - Sull'onda di questo calo di interesse verso la scuola reclute Gobbi ha quindi raccomandato un no alla votazione federale del 30 novembre sul servizio civico. «Oggi più che mai abbiamo bisogno di creare delle forze principali a sostegno della difesa del Paese. Forse l’abbiamo un po’ dimenticato, ma l’Esercito è qui per difenderci. E ricordiamoci che siamo già sotto attacco, forse non siamo bersagliati con armi militari ma lo siamo attraverso gli attacchi informatici».

Esercito svizzero - Dipartimento delle Istituzioni

Difendere, prima di tutto - «La ragione d’essere delle forze armate è quella di difendere», ha convenuto Maurizio Dattrino, comandante della divisione territoriale 3. «Come altri compiti abbiamo aiutare e proteggere, ma se l’Esercito sa difendere sa anche aiutare e proteggere».

«Sì alla giornata informativa obbligatoria per le donne» - Si è quindi parlato del messaggio messo in consultazione questa settimana dal Consiglio federale riguardante l'introduzione della giornata informativa obbligatoria anche per le donne. «Il Ticino sostiene fortemente questa richiesta. E sono già diversi anni che scriviamo alle giovani ticinesi per ricordare loro la possibilità di partecipare», ha dichiarato Gobbi.

Gli investimenti - Al termine della conferenza stampa David Gastaldi, capo del Settore gestione delle costruzioni di Armasuisse, ha infine illustrato gli investimenti passati e futuri fatti dall'Esercito nel nostro cantone.

Tra i progetti futuri a corto termine si prospetta la realizzazione del nuovo Centro medico della regione al Monteceneri, con costi pari a 17 milioni di franchi, e la costruzione di nuovi edifici dedicati alla logistica nel nord del Ticino, con 38 milioni di franchi. I lavori, per entrambi, inizieranno nel 2026.

Con una visione più a lungo termine, è prevista la ristrutturazione totale della caserma del Monteceneri, con investimenti pari a 22 milioni e un inizio dei lavori nel 2033, così come il risanamento delle caserme di Ariolo, il cui cantiere prenderà il via nel 2034. «Questi investimenti hanno delle ricadute economiche dirette sul territorio, anche a favore di privati e Comuni», ha concluso Gobbi.

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