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Bellinzona

Presidio sindacale contro i tagli di FFS Cargo

Presenti diversi esponenti del Granconsiglio. Le FFS Cargo intendono ridurre l’offerta e chiudere i centri di smistamento di Lugano Vedeggio e Cadenazzo.
VSLF
Presidio sindacale contro i tagli di FFS Cargo
Presenti diversi esponenti del Granconsiglio. Le FFS Cargo intendono ridurre l’offerta e chiudere i centri di smistamento di Lugano Vedeggio e Cadenazzo.

BELLINZONA - È andato in scena ieri a Bellinzona, in Piazza Governo, il presidio organizzato dal Sindacato svizzero dei macchinisti e aspiranti (VSLF) per protestare contro i tagli annunciati da FFS Cargo. All’iniziativa, a cui ha preso parte una delegazione di dipendenti delle FFS, si sono uniti anche diversi deputati del Gran Consiglio ticinese, in risposta all’invito del sindacato a schierarsi a difesa dei posti di lavoro.

Tra i presenti figuravano esponenti del Partito Socialista, come Laura Riget, Yannick Demaria, Cristina Zanini-Barzaghi e Lisa Boscolo, dei Verdi, come Nara Valsangiacomo, Marco Noi e Giulia Petralli, del Forum Alternativo, con Beppe Savary Bordoli, e del Partito Comunista, rappresentato da Massimiliano Ay e Lea Ferrari, e Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi dell'MPS.

Le FFS Cargo, lo ricordiamo, intendono ridurre l’offerta e chiudere i centri di smistamento di Lugano Vedeggio e Cadenazzo. Una decisione che - è stato fatto notare dal sindacato - metterebbe a rischio il futuro di molte famiglie che da anni vivono e lavorano in Ticino, senza la reale possibilità di ricollocarsi in un altro contesto, in una lingua o in una cultura completamente diversi. Inoltre, per i dipendenti di più recente assunzione, pende la minaccia di una rescissione del contratto di lavoro.

È per questo che dal VSLF si chiede l’elaborazione immediata di soluzioni concrete, che prendano in considerazione tanto le esigenze del personale quanto le normative in vigore.

È importante non dimenticare — sottolineano dal sindacato — come oltre trent’anni fa il popolo svizzero, con l’adozione dell’Iniziativa delle Alpi, abbia espresso la volontà di spostare il traffico delle merci dalla strada alla rotaia. I piani di FFS Cargo, secondo i manifestanti, vanno in direzione opposta e mettono in crisi l’intera filiera. Ogni giorno, dal terminal di Cadenazzo passano treni diretti alle maggiori società svizzere — La Posta, Migros, Camion Transport — e la sua eventuale chiusura comporterebbe un incremento del trasporto su gomma, aggravando la situazione delle strade, già al collasso in molte regioni.

Attualmente è in corso una serie di incontri con una delegazione parlamentare, con l’associazione ProAlps e con altri portatori d’interesse per portare avanti il dibattito e fare pressione sulle FFS Cargo affinché trovino una soluzione più sostenibile. Nelle prossime settimane è in programma una riunione strategica, alla quale sono stati invitati a partecipare anche i rappresentanti degli altri sindacati.

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