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CANTONELe imprese familiari temono per il proprio futuro

22.02.21 - 12:03
L'associazione che le riunisce chiede al Governo cantonale di fare pressione su Berna per le riaperture
Archivio Tipress (immagine illustrativa)
Le imprese familiari temono per il proprio futuro
L'associazione che le riunisce chiede al Governo cantonale di fare pressione su Berna per le riaperture

BELLINZONA - I timidi allentamenti previsti dal Consiglio federale mettono a rischio le imprese famigliari. Queste ultime scrivono quindi al Consiglio di Stato, chiedendo di aumentare la pressione nei confronti delle autorità federali «alfine di prevedere aperture celeri e disporre al più presto di un piano vincolante per le aperture e i vaccini».

È quanto fa sapere l'Associazione imprese familiari Ticino (AIF Ticino), che si dice molto preoccupata per l'attuale situazione economica legata alla pandemia di coronavirus. Una preoccupazione ulteriormente alimentata dagli allentamenti di recente annunciati dal Governo federale. Allentamenti considerati come «insufficienti» e che potrebbero pertanto mettere a rischio «realtà che da numerosi anni e con successo sono attive sul territorio cantonale e con fierezza lo rappresentano spesso oltre i confini cantonali e nazionali».

Si parla non soltanto di conseguenze dirette delle chiusure, bensì anche e soprattutto di quelle indirette: «La chiusura a oltranza del settore gastronomico e di riflesso del settore turistico, come anche il protrarsi delle limitazioni nel settore degli eventi, dei trasporti e più in generale le grandi limitazioni nella mobilità nazionale e internazionale in vigore da diversi mesi, stanno mettendo in ginocchio anche imprese solide». Imprese che subiscono gli effetti indiretti, restando escluse dagli aiuti per i casi di rigore.

L'appello degli imprenditori a capo delle aziende familiari ticinesi ha voluto invitare il Governo cantonale a rafforzare la pressione sugli attori federali «affinché la grave crisi sanitaria non porti la crisi economica a livelli così ampi da comportare una perdita di una parte del substrato economico del nostro cantone che mancherebbe definitivamente al momento della ripresa».

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