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TAVERNEMorta sotto un treno: «Dateci delle risposte»

11.09.19 - 10:00
Il caso della 16enne investita da un Tilo nel 2017 è (quasi) chiuso per la Procura. Ma non per i famigliari della ragazza
Alessia Tosoni, poche settimane prima del decesso
Alessia Tosoni, poche settimane prima del decesso
Alessia Tosoni, poche settimane prima del decesso
Morta sotto un treno: «Dateci delle risposte»
Il caso della 16enne investita da un Tilo nel 2017 è (quasi) chiuso per la Procura. Ma non per i famigliari della ragazza

TAVERNE - Caso chiuso, anzi no. Archiviata inizialmente come «gesto estremo», la morte di una 16enne sotto un treno alla stazione di Taverne, il 21 settembre 2017, è stata oggetto di una silenziosa battaglia legale negli ultimi due anni. I famigliari di Alessia Tosoni – è il nome della ragazza – hanno gettato la spugna settimana scorsa.

«In questa tragica storia – affermano – esistono delle responsabilità di terzi, che purtroppo non sono state accertate». Lo sfogo della madre è stato raccolto mercoledì dalla rivista L'inchiesta, che ne ha riferito le accuse (gravi) ai medici che avevano in cura la ragazza. Secondo i famigliari, la 16enne avrebbe avuto «una crisi causata dall'assunzione di due medicamenti incompatibili, un farmaco e uno psicofarmaco» e sarebbe finita «per sbaglio o comunque non consapevolmente» sotto il treno in transito. 

Affermazioni che chiamano direttamente in causa due medici del Sopraceneri: uno psicologo e un medico di base. Secondo i famigliari e il loro avvocato i medicamenti prescritti avrebbero provocato alla ragazza «una crisi serotoninergica iniziata improvvisamente con un attacco di panico» mentre si trovava in treno, di ritorno da scuola. Una compagna di viaggio ha testimoniato che Alessia «disse di sentirsi agitata perché il treno era troppo pieno, che le mancava l'aria, e voleva scendere». Alla prima fermata – Taverne – la 16enne scende «in stato confusionale» secondo la ricostruzione. Dopo pochi minuti, l'impatto con un altro treno in entrata nella stazione. 

In una perizia disposta dalla Procura, però, la dinamica viene messa in dubbio. Il perito ha valutato come «poco probabile» la crisi farmaco-indotta, anche rientra tra i possibili effetti collaterali. Dall'autopsia sulla giovane non è emersa l'assunzione di altre sostanze. Ma in passato la ragazza aveva commesso atti autolesionistici. «Aveva avuto momenti difficili, è vero, ma li aveva superati: negli ultimi mesi era serena e felice» racconta la madre mostrando una foto scattata durante un concerto, due settimane prima del decesso. «È così che la ricorderemo».

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