Il funzionario arrestato e il suo sogno nel calcio regionale
Un giocatore offensivo, difficile da marcare. Ma anche un tipo che sapeva il fatto suo. Così, negli ambienti sportivi, viene descritto il 28enne finito in manette per lo scandalo passaporti
BELLINZONA – Un giocatore parecchio offensivo, difficile da marcare. Un calciatore polivalente, alto e forte fisicamente. Così viene descritto il 28enne funzionario statale finito in manette per lo scandalo passaporti. Il giovane sarebbe un'ex promessa del calcio regionale. «Era uno che avrebbe potuto fare strada – racconta un ex compagno di squadra –. Se solo avesse avuto un po' più testa».
Mendrisio, Vallemaggia. Ma soprattutto Bellinzona, nel 2015. Sono solo alcune delle tappe sportive del 28enne, ormai ex impiegato dell'Ufficio cantonale della migrazione. Uno che era nato come libero. Ma che, poi, col passare degli anni, si era scoperto sia centrocampista, sia attaccante.
La seconda lega era il suo habitat naturale. La stagione corrente la stava disputando con la maglia del Sementina. «Sono sorpreso – dice il presidente Pietro Castellano –. Stiamo parlando di un giocatore puntuale, corretto. Questo per quanto avevo notato io al campo. Poi è vero che nella vita non si può mai sapere».
Il giovane, originario della Calabria, si era fatto conoscere per il suo carattere aperto. «A volte un po' sopra le righe – sostiene una persona che lo ha allenato –. Non sempre facile da gestire». «Di certo – racconta un ex compagno di squadra – era un tipo che sapeva il fatto suo. Non uno sprovveduto».




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