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Ermenegildo Zegna cerca lavoratori, ma solo "frontalieri"

Ha suscitato scalpore l'annuncio su internet del gruppo tessile italiano con sede a Stabio che cerca lavoratori dalle province di Como, Lecco e Varese. La Zegna: "E' un errore, rimedieremo". Il sindacato: "Discriminazione". La Commissione Tripartita: "Una questione fiscale"
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Ermenegildo Zegna cerca lavoratori, ma solo "frontalieri"
Ha suscitato scalpore l'annuncio su internet del gruppo tessile italiano con sede a Stabio che cerca lavoratori dalle province di Como, Lecco e Varese. La Zegna: "E' un errore, rimedieremo". Il sindacato: "Discriminazione". La Commissione Tripartita: "Una questione fiscale"
STABIO - "Necessaria la residenza in fascia frontaliera". Sta scritto, nero su bianco, sull'annuncio apparso sul sito del Gruppo Ermenegildo Zegna, che cerca per la sua sede di Stabio, dei venditori (Junior su Misura Sales Executive). ...

STABIO - "Necessaria la residenza in fascia frontaliera". Sta scritto, nero su bianco, sull'annuncio apparso sul sito del Gruppo Ermenegildo Zegna, che cerca per la sua sede di Stabio, dei venditori (Junior su Misura Sales Executive). Il candidato ideale deve rispondere a un requisito che ha fatto storcere il naso a molti ticinesi, alla ricerca di un'occupazione in un periodo non certo facile. 

E' stato un ticinese disoccupato che, durante la sua ricerca di un impiego è incappato in un annuncio che gli ha lasciato l'amaro in bocca: "Sono scandalizzato - ha scritto il giovane in una lettera spedita al mattinonline.ch - dall'atteggiamento di questa società. Queste posizioni possono benissimo essere ricoperte da personale indigeno, in quanto le qualifiche richieste si possono trovare anche in personale formato in Svizzera e con esperienza lavorativa in Svizzera". E poi il sospetto, sollevato dal giovane nella lettera: "Non è che magari questa società in specifico riceve anche degli incentivi statali perché crea occupazione (non per noi) in Ticino?"

L'annuncio ha destato un certo stupore anche a Enrico Borelli, sindacalista di Unia: "Il sindacato è la massima espressione democratica nella nostra società e rappresenta tutti i lavoratori indipendentemente dal sesso, dalla nazionalità o dalla residenza. Fatta questa premessa ritengo che, sul caso specifico, questo annuncio discriminatorio stupisce e c'è da chiedersi se non sia legato a condizioni di lavoro e salariali sfavorevoli e precarie che un residente in Ticino non potrebbe permettersi di accettare".

Dall'ufficio stampa di Milano di Ermenegildo Zegna si minimizza: "Si tratta di un errore al quale stiamo ponendo rimedio. Zegna è un'azienda che conta 7mila dipendenti in tutto il mondo. E' nel nostro DNA non fare discriminazioni". Sul sospetto sollevato da Borelli Zegna sgombera ogni dubbio: "I lavoratori di Zegna in Ticino - ci viene detto - sottostanno ai contratti collettivi stipulati con i sindacati svizzeri. Non costano meno. Le tariffe sono quelle che vigono in Ticino e non quelle del tessile-abbigliamento italiano. Ripeto, il nostro è stato un semplice errore proveniente da un precedente annuncio che si rivolgeva a figure professionali non reperibili in Ticino, ma nelle province della fascia di confine. Un annuncio scritto male".

Un errore? Da Luca Albertoni, in qualità di presidente della Commissione Tripartita arriva una interpretazione interessante. "Non penso che si tratti di un problema di discriminazione nei confronti dei ticinesi". Secondo Albertoni il caso è squisitamente di tipo fiscale: "In Italia, fino a qualche tempo fa, esistevano dei vantaggi fiscali per quei lavoratori residenti in fascia di confine. Con la caduta di questi privilegi, per il lavoratore dipendente venire a lavorare in Svizzera risulta meno interessante. Alcune aziende del tessile, con questa nuova situazione, hanno ora il problema di reclutamento di quei lavoratori provenienti dall'Italia con profili professionali che rientrano nei quadri alti e dirigenziali. Ritengo che questa formulazione un po' infelice sia da interpretare sotto questa chiave di lettura e non alla volontà di escludere i lavori svizzeri".

red

Foto d'apertura: Archivio Tipress

 

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