Canapa rubata, si cerca Arcellaschi

ARBEDO - Nella clamorosa vicenda del furto di 1.300 chili di canapa, il cui valore oscilla tra i 7,8 milioni e i 13 milioni di franchi, racchiusi nel deposito militare di Arbedo, spunta il nome di Augusto Arcellaschi. La polizia ticinese è sulle sue tracce dopo l'arresto nei giorni scorsi di Aldo Franchi e Aldo Rossi. Sono stati i due probabilmente a fare il nome di Arcellaschi. Un nome già noto alla magistratura ticinese poichè coinvolto in uninchiesta internazionale, svolta in Belgio e in Olanda, per il reato di frode fiscale legato allattività di contrabbando. Proprio in questa vicenda è legato il nome di Aldo Franchi, l'autotrasportatore 51enne finito in carcere per il furto di canapa. La loro amicizia avrebbe spinto la polizia ticinese a mettersi sulle tracce di Arcellaschi.
Gli inquirenti si sono recati presso le due abitazioni di Arcellaschi, a Viganello e Rancate, ma dell'uomo nessuna traccia. Su Arcellaschi, che vanta un curriculum denso di reati, è stato quindi emanato un ordine di ricerca nei suoi confronti.
Arcellaschi, detto anche il "rosso di Albiolo" venne condannato un anno fa a 16 mesi con la condizionale poichè riconosciuto colpevole di avere corrotto l'ex commissario di polizia Leonardo Ortelli ed altri due ex funzionari doganali.
Intanto, di giorni in giorno, si delineano i contorni del furto. Aldo Rossi e Aldo Franchi, sui quali pesa l'accusa di furto e infrazione alla legge federale sugli stupefacenti, non avrebbero partecipato in prima persona, ma si sarebbero limitati ad occuparsi del noleggio dei furgoni utilizzati dai ladri per trasportare la canapa.
Ieri Aldo Franchi era a processo per rispondere, insieme ad altre due persone, di una serie di reati patrimoniali. L'accusa ha chiesto per lui 16 mesi di detenzione. La difesa, contraria, ha chiesto il proscioglimento perchè i reati non sussistono.




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!