Documenti d'identità, esibirli alla polizia non è obbligatorio

ZURIGO - Mostrare un documento d'identità non è obbligatorio: è quanto ha dichiarato oggi all'Ats un giudice del Tribunale distrettuale di Zurigo che, confermando una notizia pubblicata dal «Blick», ha annullato una multa di cento franchi inflitta al regista svizzero Xavier Koller, premio oscar nel 1990 per il film «Viaggio della speranza».
Ancora aperta la decisione per gli epiteti volgari proferiti da Koller - «Arschloch», «buco del culo» - all'indirizzo di un agente.
Nel giugno del 2001 a Koller erano stati chiesti i documenti dopo che il taxi che lo trasportava era stato fermato per un controllo di polizia. Avvicinatosi al furgoncino della polizia per chiedere spiegazioni sul controllo per l'alcolemia cui era sottoposto il taxista, il regista è stato allontanato in malomodo da un agente. Da qui gli insulti di Koller e il suo rifiuto di esibire subito i documenti d'identità.
Per questo comportamento, Koller era stato multato. Il giudice distrettuale, scrive il Blick, ha giudicato «sproporzionato» l'allontanamento di Koller, giacché quest'ultimo non stava intralciando il lavoro dei poliziotti. Riguardo ai documenti, ha inoltre affermato che non sussiste un obbligo di averli con sé, né quindi di mostrarli. In questo caso gli agenti possono tuttavia obbligare una persona a seguirli per accertamenti. Il giudice ha quindi annullato la multa di cento franchi appioppata al regista riconoscendogli anche 200 franchi di indennizzo. Ancora aperta la decisione riguardo gli insulti all'agente, che ha denunciato il regista. Ai dibattimenti in maggio non si sono presentati né il regista, che vive negli Stati Uniti, né un suo rappresentante.
ATS




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