Costi fuori misura per gli F-35: la Svizzera ne acquisterà di meno

Lo ha deciso il Consiglio federale, che non intende sforare i 6 miliardi di franchi di budget approvati dal popolo al voto.
BERNA - L'acquisto degli aerei da combattimento statunitensi F-35 non sforerà il limite finanziario di 6 miliardi di franchi approvato dal popolo, ma il contingente dei caccia sarà inferiore alle 36 unità previste dalla Confederazione. Lo ha stabilito oggi il Consiglio federale.
I rincari degli USA - Già a giugno il Governo aveva reso noto che Washington non avrebbe rispettato il prezzo fisso dei velivoli stabilito precedentemente per contratto per via di costi aggiuntivi dovuti al rincaro e allo sviluppo dei prezzi delle materie prime nonché, in parte, anche a causa dell'inflazione e ai nuovi dazi doganali imposti dall'amministrazione di Donald Trump su scala globale.
No a 36 velivoli- Ora l'Esecutivo ha annunciato che non sarà necessario un credito aggiuntivo, incaricando il Dipartimento federale della difesa (DDPS) di acquistare dal produttore Lockheed Martin il numero massimo possibile di F-35 entro il budget di 6 miliardi. La volontà dell'elettorato verrà così rispettata, afferma il Consiglio federale, il quale però lascia ancora aperta la questione sul numero esatto di aerei che sarà in grado di aggiudicarsi (nei giorni scorsi i media hanno parlato di 30 velivoli al posto di 36, ndr).
A fronte dell'inasprimento del contesto geopolitico e in considerazione della situazione tesa in materia di sicurezza in Europa, Berna ritiene comunque che rinunciare agli aerei da combattimento F-35 non sia un'opzione.
I costi aggiuntivi preventivati dagli Stati Uniti per i 36 jet, lo ricordiamo, si aggiravano tra i 650 milioni e gli 1,3 miliardi di franchi.
La Russia, una minaccia per la Svizzera - Oltre alla questione del numero dei caccia, il ministro della difesa ha presentato anche la nuova strategia in materia di politica di sicurezza della Svizzera per i prossimi anni inviata in consultazione fino al 31 marzo. «La guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina ha segnato uno spartiacque per la politica di sicurezza e anche la Svizzera ne subisce direttamente le conseguenze», ha detto Pfister.
Mosca «continua a pretendere una propria sfera di influenza e orienta la propria economia verso la guerra e le proprie forze armate verso un possibile confronto con gli Stati occidentali», ha ribadito. Non si può quindi escludere «che questa guerra si estenda fino a diventare un conflitto tra la Russia e i Paesi della NATO; il pericolo è quindi concreto». Parallelamente - ha detto Pfister - «gli Stati Uniti sono sempre meno disposti ad assumere il loro tradizionale ruolo di garanti dell'ordine mondiale».
Per noi, ha spiegato il "ministro" della difesa, «intervenire sulla difesa è ancora più urgente dal momento che l'apparato di sicurezza della Svizzera attualmente non è sufficientemente preparato a respingere attacchi ibridi». In questo contesto, nella nuova strategia l'esecutivo illustra le caratteristiche rilevanti e le vulnerabilità della Svizzera. L'obiettivo è quello di «rafforzare la resilienza, migliorare la protezione e la difesa, aumentare la capacità di difesa», ha riferito il responsabile del DDPS



