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SVIZZERA

Da Berna una bacchettata per Booking.com (che farà ricorso)

La piattaforma online attua commissioni «abusive ed eccessivamente elevate» agli alberghi svizzeri, parola di Mr. Prezzi.
Depositphotos (Western82)
Fonte Admin/Ats
Da Berna una bacchettata per Booking.com (che farà ricorso)
La piattaforma online attua commissioni «abusive ed eccessivamente elevate» agli alberghi svizzeri, parola di Mr. Prezzi.

BERNA - Il Sorvegliante dei prezzi ha ordinato a Booking.com di abbassare le commissioni agli alberghi svizzeri.

Dopo un'attenta analisi è emerso che la piattaforma attua «prezzi abusivi ed eccessivamente alti», si legge in un comunicato diramato dall'organo di vigilanza della Confederazione.

La piattaforma si vede ora costretta ad abbassare di quasi un quarto le sopracitate commissioni entro tre mesi e per la durata di tre anni.

Il mancato raggiungimento di un accordo amichevole - «Gli accertamenti hanno rivelato che Booking.com deve sottostare alla LSPr e che le commissioni applicate agli alberghi svizzeri sono eccessivamente elevate. Il Sorvegliante dei prezzi ha quindi contattato la piattaforma per porre rimedio all’abuso tramite un accordo amichevole. Nonostante gli intensi negoziati, non è stato possibile trovare una soluzione di questo tipo», continua il comunicato.

«Pertanto, dopo il fallimento delle trattative, il Sorvegliante dei prezzi ha emanato una decisione formale che impone a Booking.com di ridurre di quasi un quarto le sue commissioni. Le modalità concrete possono essere stabilite dall’azienda. La riduzione va effettuata entro tre mesi dall’entrata in vigore della decisione e, come previsto dalla legge, ha una durata limitata, in questo caso specifico tre anni».

Sarà ricorso - In una prima reazione all'agenzia Keystone-ATS, Booking.com ha dichiarato che l'azienda farà ricorso contro la decisione di Mister prezzi. I suoi clienti, cioè gli hotel, sono liberi di scegliere se offrire i loro alloggi sulla loro piattaforma o altrove.

Per questo motivo, Booking.com non è d'accordo con una «riduzione forzata dei costi per un prodotto che è completamente opzionale». I costi del suo servizio riflettono «l'immenso valore» che offrono ai fornitori di alloggi.

La piattaforma non ridurrà quindi le commissioni fino alla conclusione della procedura di appello.

Decisioni contro clausole di fissazione dei prezzi
La politica dei prezzi della società statunitense era già stata messa in discussione in diverse occasioni: circa tre anni fa, il Parlamento ha vietato alle piattaforme di prenotazione come Booking.com di inserire clausole di fissazione dei prezzi nei loro contratti con gli hotel. Ciò consente agli hotel di offrire camere sul proprio sito web a un prezzo inferiore rispetto a quello delle piattaforme. Nel settembre dello scorso anno, anche la Corte di giustizia europea si è pronunciata in tal senso.

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