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ZURIGOIl Clown Larible rinuncia all'appello

28.08.18 - 12:13
Il pagliaccio condannato per atti con fanciulli rinuncia a ribaltare la sentenza, ma vuole ricorrere contro l'espulsione
Il Clown Larible rinuncia all'appello
Il pagliaccio condannato per atti con fanciulli rinuncia a ribaltare la sentenza, ma vuole ricorrere contro l'espulsione

ZURIGO - Il noto clown italiano David Larible, condannato un anno fa per atti sessuali con fanciulli, ha ritirato gran parte del suo ricorso in appello.

Lo riferisce oggi un comunicato del tribunale cantonale di Zurigo, nel quale si precisa che «soprattutto la colpevolezza non viene più contestata». L'appello si limita ora alla questione dell'espulsione dalla Svizzera per 5 anni e ai costi a suo carico. Il procedimento d'appello previsto il 4 settembre presso il tribunale superiore non avrà quindi luogo.

Il 15 agosto del 2017, il Tribunale distrettuale lo aveva condannato per atti sessuali con fanciulli e molestie sessuali nei confronti di una sua giovane fan - 14 anni all'epoca dei fatti - a una pena con la condizionale di 160 aliquote giornaliere da 120 franchi l'una (in totale 19'200 franchi) e l'espulsione dalla Svizzera per 5 anni.

Oltre alla pena pecuniaria e all'espulsione dalla Svizzera per 5 anni, Larible, nato a Verona nel 1957, era stato condannato pagare alla giovane quasi 1500 franchi di risarcimento, altri 2000 di riparazione morale nonché i costi per la psicoterapia della ragazza, che ancora oggi soffre di angosce e disturbi del sonno.

Secondo l'accusa, le molestie sono state perpetrate il 24 ottobre 2016, durante una tournée del Circo Knie, in una camera d'albergo a Zurigo, dove la ragazza intendeva prendere dal clown un libro sull'arte circense. Larible ha baciato a tre riprese la ragazza spingendole la lingua in bocca. Le ha inoltre accarezzato la schiena sotto i vestiti, dandole anche un bacio nella scollatura, pur sapendo che era minorenne.

Il legale di Larible, Valentin Landmann, aveva sostenuto in aula che le accuse della quattordicenne erano «fantasticherie di un'adolescente». Sempre senza successo, l'avvocato aveva anche affermato che l'imputato andava risarcito poiché le accuse della ragazza hanno «ucciso professionalmente il suo cliente: nessuno vuole più aver a che fare con un pedo-clown».

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