Baci e carezze a una 14enne, inizia il processo al clown Larible

Il noto clown, arrestato a Lugano lo scorso novembre, respinge le accuse. Il pubblico ministero chiede una pena pecuniaria e l'espulsione per 5 anni dal territorio svizzero
ZURIGO - Il noto clown David Larible, arrestato in novembre a Lugano su ordine della magistratura zurighese, deve rispondere oggi di atti sessuali con fanciulli e molestie sessuali davanti al Tribunale distrettuale di Zurigo, per presunti "baci alla francese" e carezze inappropriate a una quattordicenne. Il 60enne italiano respinge le accuse.
Il pubblico ministero chiede una pena pecuniaria con la condizionale di 160 aliquote giornaliere da 120 franchi (in totale 19'200 franchi) e una multa di 600 franchi, nonché l'espulsione dal territorio svizzero per cinque anni.
Secondo l'atto d'accusa i fatti al centro del processo sono avvenuti il 24 ottobre 2016 in una camera d'albergo della città sulla Limmat. Larible avrebbe baciato a tre riprese la ragazza spingendole la lingua in bocca. Le avrebbe inoltre accarezzato la schiena sotto i vestiti e le avrebbe anche dato un bacio nella scollatura, sapendo che era minorenne.
«Solo un bacio sulla fronte» - L'artista respinge le accuse: «i tre baci con la lingua non ci sono mai stati», ha dichiarato in interviste a Tele Züri e al "Blick". Secondo la sua versione, Larible ha accolto in camera l'adolescente, una sua fan, che voleva regalargli un libro sui clown da lei stessa scritto. Egli l'avrebbe semplicemente abbracciata e baciata sulla fronte o sulla guancia, contrariamente a quanto affermato dalla giovane. Niente di brutto o di illegale, a suo avviso.
Larible era stato arrestato dalla polizia cantonale ticinese e consegnato ai colleghi zurighesi il 20 novembre scorso, al termine della tournée del circo Knie. Dopo essere stato interrogato era tornato a piede libero, pur rimanendo indagato. Knie aveva rapidamente reagito sottolineando che l'azione giudiziaria non era collegata all'attività del circo.
L'arresto e l'attenzione mediatica sono costati al celebre pagliaccio, nato a Verona nel 1957, quasi tutti gli spettacoli che aveva in programma. L'avvocato Valentin Landmann, che lo difende, ha dichiarato che il suo cliente è stato assassinato professionalmente.




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