Più vacanze per gli apprendisti? «Piuttosto meno vacanze per gli studenti delle superiori»

La risposta in contropiede della politica alla campagna nazionale sulle 8 settimane di ferie per i tirocinanti. Regazzi: «La disparità attuale indebolisce la formazione professionale».
Una campagna nazionale che ha trovato un'adesione-fiume. Sono in più di 140mila, infatti, ad aver firmato l'appello lanciato la scorsa settimana dagli apprendisti svizzeri - sostenuti da associazioni e sindacati - per un maggior numero di settimane di vacanza.
Il motivo è l'impietoso confronto con gli studenti delle scuole superiori con la loro estate totalmente libera mentre, chi sceglie la carriera professionale, ha a disposizione solo 4 settimane di ferie, che devono bastare per tutto l'anno.
La richiesta, inclusa in una lettera destinata al Consiglio Federale, è quella di aumentare a 8 le settimane di vacanza degli apprendisti. Categoria che, tra l'altro, è fra le più vulnerabili per quanto riguarda la salute mentale. Oltre a tutelare ragazze e ragazzi, l'obiettivo è anche quello di rendere più attraente la carriera dell'apprendistato.
C'è chi ha un'altra idea per rimediare a questa «evidente disparità di trattamento», ovvero, piuttosto, ridurre le vacanze degli studenti delle scuole superiori. È questo l'approccio scelto: «Concedere più vacanze non è una buona soluzione», spiega la consigliera nazionale Udc Sandra Sollberger, «se c'è una disparità da correggere è quella di investimento da parte della Confederazione che investe molti più soldi pubblici nella formazione accademica».
Detto questo, lo ricordiamo, le vacanze scolastiche rientrano nella competenza cantonale. L'idea della democentrista, che in tal senso ha già pronta un'interpellanza, è che Berna faccia sentire la sua influenza sui governi dei singoli Cantoni affinché si prediliga, in maniera uniforme, questo approccio.
Della stessa idea è anche il consigliere agli Stati Fabio Regazzi (il Centro): «Penso sia un buon approccio e lo sostengo pienamente», conferma il ticinese. Le vacanze degli studenti post-scuola dell'obbligo sono lunghe, mentre quelle per gli apprendisti sono brevi. «Questo indebolisce l'attrattiva della formazione professionale. Dobbiamo cambiare questa situazione, altrimenti tra qualche anno ci troveremo a corto di molti specialisti ben formati», conferma.
Secondo lui, i giovani e le loro famiglie dovrebbero essere più interessati a questo percorso formativo. Come Sollberger, anche Regazzi impiega diversi apprendisti nella propria azienda, che produce tapparelle, porte da garage e cassette postali: «Formiamo oltre dieci apprendisti all'anno, e ne sono orgoglioso. È un investimento per il futuro», conclude.
Proposte, quelle della politica, che non piacciono affatto all'Unione Sindacale Svizzera (USS), in prima linea nella campagna nazionale. Il sindacato, infatti non mostra alcuna comprensione per la proposta di Sollberger: «Fare giochini politici sulle spalle degli studenti delle scuole superiori non aiuta in nessun modo gli apprendisti, anzi», ribadisce il responsabile dell'iniziativa Urban Hodel.
Le numerose firme raccolte dimostrano che fra gli apprendisti c'è «grande sofferenza». Bisogna fare qualcosa ora per garantire che l'apprendistato rimanga attraente. Questa, sempre secondo Hodel, è la migliore strada da seguire. Il piano è chiaro: «Migliorare l'apprendistato, migliorare la formazione. In definitiva, questo va a vantaggio anche delle aziende».

































