Si batte per il clima, ma vola in Oman (producendo emissioni clamorose)

È polemica sulla vacanza della senatrice neocastellana Céline Vara che recentemente si è concessa un viaggio nel Sultanato con la famiglia.
BERNA - Un viaggio privato può scatenare una tempesta politica? Nel caso di Céline Vara, la risposta è sì. La "senatrice" dei Verdi, prossima a entrare nel governo cantonale di Neuchâtel, è infatti finita nell'occhio del ciclone per aver trascorso una vacanza con la famiglia... in Oman.
Il motivo dello scandalo? Il mezzo scelto per raggiungere la destinazione dalla 40enne consigliera agli Stati: ovvero l’aereo. Nulla di insolito per la maggior parte delle persone, ma nel caso di un’esponente di spicco di un partito che ha fatto della lotta alle emissioni e alla crisi climatica una bandiera, la scelta ha fatto discutere e creato clamore.
Durante la campagna elettorale per entrare nel governo neocastellano, Vara aveva infatti sostenuto con forza la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) che aveva condannato la Svizzera per la sua insufficiente azione in materia climatica. Aveva bollato come «vergognosa» la reazione del Consiglio degli Stati, che si era opposto alla decisione ritenendo «più che sufficienti gli sforzi fatti dalla Svizzera». Ma tra il dire e il fare spesso, si sa, c'è di mezzo il mare.
Solo che in questo caso il mare era lontano circa 5.200 chilometri e il volo verso Muscat (la capitale dell'Oman) - secondo le stime di myclimate.ch - ha prodotto emissioni tra le 7 e le 9,5 tonnellate di CO₂ per quattro persone. Una quantità superiore alla media annuale di un cittadino svizzero.
A rendere ancora più controversa la vicenda - riportata dal Blick - è stata pure la scelta della metà di vacanza. L’Oman, come ricordato dal giornale zurighese, è infatti noto per le sue restrizioni ai diritti civili e alla libertà di stampa. Tanto che Amnesty International ha spesso denunciato i «frequenti episodi di detenzioni arbitrarie, censure e discriminazioni sistemiche nei confronti delle donne, soprattutto in ambiti come il diritto di famiglia».
Alla richiesta di spiegazioni da parte del Blick, la politica ecologista ha liquidato la questione come «una faccenda privata». Ma le critiche non si sono fermate. Un turista svizzero che l’ha riconosciuta all’hotel — il lussuoso Shangri-La Al Waha, cinque stelle con spiaggia privata e parco acquatico — ha espresso il proprio disappunto: «Ci fanno sentire in colpa quando voliamo», ha dichiarato al Blick. «Ma chi ci rappresenta fa scelte che non riflettono i valori che predica. Se vuole portare avanti la sua causa, deve crederci fino in fondo».










































