I contributi federali sotto la lente, perché ci sembra di pagare sempre di più? È davvero così? Ne parliamo con l’esperto.
BERNA - Con la fine di aprile in vista, la mente va a quella busta formato A4, spiaggiata sulla scrivania dello studio ormai da settimane.
Già perché se le tasse sono una delle certezze di questa vita, lo è anche la dichiarazione delle imposte. Giunto il tempo di mettere mano al calcolatore e ai documenti ormai una parte è già stata pagata, sotto forma di acconti.
Fra questi il primo ad arrivare è solitamente quello dell'Imposta federale diretta. Più esiguo degli altri, forse anche meno doloroso, ma che ogni anno sembra più pesante. Ma l'obolo che paghiamo a Berna è davvero sempre più salato? Per certi versi sì, ma non sono quelli che vi aspettereste.
Non un paradiso fiscale - Come ci spiega Raphael Parchet, professore ordinario di microeconomia dell'Usi, «se si pensa alle famiglie di reddito mediano l'imposta federale diretta è rimasta molto stabile dal 2011 a oggi».
Ma se ci sembra più “pesante” un motivo c'è, come riportato anche da uno studio siglato dall'Osce che etichetta la Confederazione come «un Paese dall'onere fiscale elevato».
La causa è da ricercare «in tutti i contributi obbligatori che una nazione chiede al cittadino, non per forza di cose solo quelli fiscali», spiega. In questo senso la lista delle pretese economiche di Berna diventa piuttosto lunga, partendo dall'IVA passando per le tasse sul carburante, quella di circolazione e l'imposta preventiva.
Quei contributi “silenziosi” - A queste, incassate direttamente dal Governo, si aggiungono anche gli oboli imposti per legge, come il canone radiotelevisivo e un'altra cosa piuttosto salata, soprattutto per chi risiede in Ticino: «Anche la cassa malati obbligatoria può, in qualche modo, rientrare sotto questi contributi», aggiunge. Per questo motivo la sensazione che abbiamo di «pagare sempre di più», non è del tutto errata.
Nel futuro, compresa l'ombra dell'austerity prevista da Palazzo Federale, cosa ci attende? «È difficile fare previsioni», conclude Parchet, «per quanto riguarda il tasso d'imposta tutto dovrebbe rimanere stabile nell'immediato futuro». Incrociando le dita.