La reputazione e l’attrattività americana hanno subito un duro colpo dopo l'avvento del tycoon alla Casa Bianca.
Da quando Trump è in carica, gli Stati Uniti sono diventati meno attraenti come destinazione turistica per gli europei. E anche per gli svizzeri gli USA non sono più tra le mete predilette. Un dato, quello relativo ai turisti elvetici, che emerge chiaramente dall'ultima parte del sondaggio Tamedia - e che viene confermato pure dal "Programma di arrivi di visitatori internazionali" (vedi box).
Secondo l'International Visitor Arrivals Programs, condotto da diverse autorità statunitensi, a marzo i cittadini svizzeri che si sono recati negli Stati Uniti sono diminuiti del 26% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Anche gli operatori turistici hanno confermato a 20 Minuten che attualmente le persone che prenotano nuovi viaggi negli Stati Uniti sono meno numerose. Gli aeroporti di Zurigo e Ginevra non dispongono ancora di dati specifici sui voli di marzo.
Sogno americano (compromesso) - La presidenza Trump, quindi, scoraggia diversi svizzeri a intraprendere il viaggio oltre Oceano. Il 77% degli svizzeri, infatti, non andrà negli USA a causa della nuova amministrazione, mentre per il 22% la presenza di Trump e soci non influenzerà la scelta di andare negli Stati Uniti. I giovani adulti (fascia d'età tra i 18 e i 34 anni) sono quelli che hanno meno remore e il 37% andrebbe comunque negli States, mentre tra gli over-65 questa disponibilità a viaggiare (nonostante tutto) scende all'8%. Per quel che concerne il genere, gli uomini sono più propensi a varcare l'Oceano rispetto alle donne.
Immagine sbiadita - Questa riluttanza a viaggiare in America si rispecchia anche sull'immagine stessa del Paese a stelle e strisce: l'86% degli interpellati ritiene infatti che la reputazione statunitense sia peggiorata sotto l'amministrazione Trump. D'altronde che il Tycoon non sia propriamente ben visto in Svizzera è ormai cosa nota. E nemmeno gli elettori dell'UDC, in questo caso, lo sostengono (solo l'otto per cento sostiene che sia verificato un miglioramento sotto Trump).
Decisioni controverse - Da quando è tornato alla presidenza, Donald Trump ha infatti preso diverse decisioni politiche controverse. Tra quelle giudicate più negativamente dagli interpellati vi sono i tagli agli aiuti esteri (76%), l'inasprimento della politica migratoria e d'asilo (66%) Tra gli ordini esecutivi più criticati troviamo la dichiarazione dello stato di emergenza al confine meridionale, l'estensione delle possibilità di arresto degli immigrati e l'inasprimento delle regole per le deportazioni. Anche l'abbandono delle politiche sulla diversità in azienda è stata piuttosto malvista.
Chi è più potente? - L'ultima questione posta dal sondaggio tastava il polso su chi tra Cina e USA fosse giudicata più potente. E il Dragone - al momento - pare abbia superato l'Aquila. Il 49% degli interpellati ritiene infatti che la Cina sia la potenza mondiale attualmente più dominante, mentre il 40% crede che questo ruolo spetti agli Stati Uniti. Gli indecisi sono invece un (buon) 11%. Per quel che riguarda il genere, gli uomini guardano più verso Occidente, mentre le donne si rivolgono maggiormente a Oriente.
Il sondaggio Tamedia – Svolto in collaborazione con LeeWas tra il 31 marzo e il primo aprile, il sondaggio 20 minuti / Tamedia ha interpellato 35'132 persone provenienti da tutta la Svizzera (1'297 dal Ticino). Il margine di errore è di 1,7 punti percentuali.