Le ragioni del fenomeno sono molteplici. Ma gli americani parlano soprattutto di prezzo.
ZERMATT - Nella cabina della teleferica sembra di essere in California, e al ristorante l'accento è quello texano. Il motivo? Gli americani stanno lentamente scoprendo le stazioni sciistiche svizzere. Che si tratti di Saas Fee o di Zermatt, le Alpi vanno di moda negli Stati Uniti.
Eppure gli americani vantano grandi stazioni sciistiche sul proprio territorio, come Jackson Hole, Vail o Beaver Creek. Perché attraversare l'oceano per scalare nuove vette?
Nella regione di Saas Fee si osserva il fenomeno da diversi anni, con un numero crescente di ospiti provenienti dagli Stati Uniti. «Il numero di pernottamenti è più elevato in estate e in autunno, ma si osserva un aumento anche in inverno», riferisce l'ufficio stampa di Saas Valley Tourism.
Lo stesso vale per Zermatt. «Possiamo constatare un aumento del numero di ospiti statunitensi a Zermatt», afferma Jenny Imboden di Zermatt Bergbahnen. «Prevediamo che la domanda si stabilizzerà a un livello significativamente più alto nei prossimi anni». Anche i responsabili delle ferrovie di Davos hanno notato che i propri ospiti parlano sempre più spesso inglese con un forte accento americano.
Le stazioni sciistiche citano naturalmente la propria attrattiva tra i motivi dell'afflusso di turisti dagli Stati Uniti. Ma secondo le ferrovie di montagna, anche la situazione economica degli Stati Uniti parla a favore di una visita in Svizzera. E anche se i residenti locali sono sempre sorpresi dai prezzi dei biglietti giornalieri e simili, questi sono in realtà molto attraenti per gli americani.
Inoltre, alcune stazioni sciistiche svizzere si rivolgono specificamente al pubblico americano, in parte direttamente e in parte attraverso Svizzera Turismo. Ad esempio, la direzione della regione di Flims-Laax-Falera scrive che il mercato statunitense è estremamente importante e che il Gruppo Weisse Arena intende concentrarsi maggiormente su di esso in futuro.
Anche Urs Wagenseil dell'Istituto di Turismo dell'università di Lucerna conferma la tendenza. «Tuttavia, non si tratta di un fenomeno di portata nazionale». L'afflusso di americani è visibile in destinazioni specifiche, dal profilo internazionale, come Zermatt o la regione della Jungfrau, o in luoghi dove gli investitori statunitensi sono attivi, come Andermatt.
Wagenseil conferma anche la differenza di prezzo rispetto alle località sciistiche negli Stati Uniti. «Per una vacanza di 7-14 giorni, si può addirittura risparmiare nonostante il costo biglietto aereo». Chi può permettersi una vacanza sulla neve è quindi felice di viaggiare oltreoceano.
Ne sa qualcosa la cittadina statunitense Eileen (52 anni), che si trova attualmente a Zermatt: «Un giorno mia figlia mi ha parlato del Cervino», spiega la 52enne. Prese dall'entusiasmo si sono recate in Svizzera: «Sciare è più economico qui, anche se si considera il costo del volo e dell'alloggio», sottolinea. «Abbiamo sciato in tutti gli Stati Uniti e volevamo vedere qualcosa di nuovo», ammette.
Vale lo stesso per Katie (44 anni) e Jason (46 anni), che dal Colorado si sono recati a Zermatt per celebrare l'anniversario del loro matrimonio: «Adoriamo il paesaggio svizzero con i suoi graziosi chalet», commenta Katie. Per entrambi è più costoso sciare in Colorado: «Un biglietto giornaliero per un bambino costa circa 150 dollari, mentre gli adulti possono arrivare a pagare anche 200 dollari o più», specifica Katie. «È davvero caro».