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BERNAEnergia, da martedì dovremo bussare alle porte della Russia

10.04.22 - 22:01
Dal 12 di aprile finiremo le scorte di energia. E bisognerà iniziare con le importazioni.
Imago
Energia, da martedì dovremo bussare alle porte della Russia
Dal 12 di aprile finiremo le scorte di energia. E bisognerà iniziare con le importazioni.
Attualmente importiamo tre quarti dell'energia, compresi prodotti petroliferi, gas naturale e Uranio.

BERNA - Le riserve immagazzinate dalla Svizzera dureranno fino al 12 aprile, dopodiché entreranno in gioco le importazioni.

Il tasso di indipendenza energetica del nostro Paese, infatti, è solo del 25%. Questo vuol dire che tre quarti dell'energia viene importata dall'estero, compresi tutti i prodotti petroliferi, il gas naturale e l'uranio. Tutto ciò non ci rende solo pericolosamente dipendenti, ma è anche estremamente dannoso per il clima.

Il cosiddetto "Giorno dell'indipendenza energetica" simboleggia proprio l'alto grado di dipendenza dall'estero per l'approvvigionamento energetico. Il calcolo di questo giorno indica fino a quando (per il 2022 è il prossimo martedì) siamo indipendenti dagli altri paesi, consumiamo cioè l'energia prodotta in Svizzera.

Bussare alle porte della Russia - Ora, la Fondazione svizzera per l'energia (SES) chiede un'attuazione coerente della transizione energetica, anche in considerazione della guerra in Ucraina. Nel frattempo, dal 12 aprile dovremo iniziare a importare principalmente gasolio e benzina. E la maggior parte di questi combustibili siamo soliti acquistarli dalla Russia.

La Svizzera dipende anche dalle importazioni di gas. E circa la metà del gas naturale importato proviene sempre dalla Russia, il resto dall'area dell'UE, dalla Norvegia e da altri paesi. Per tutta l'energia che importa, la Svizzera trasferisce all'estero in media 10 miliardi di franchi l'anno.

Obbiettivo: maggior indipendenza - Non utilizzare gasolio e gas naturale per riscaldare gli edifici non solo ridurrebbe le emissioni di CO2, ma renderebbe anche la Svizzera meno dipendente dalle importazioni di energia dalla Russia. Se tutto il riscaldamento a gasolio e gas dovesse essere sostituito da pompe di calore - tra l'altro più rispettose dell'ambiente - il Giorno dell'indipendenza energetica verrebbe posticipato di altri 60 giorni, quindi all'11 giugno, secondo i calcoli del SES.

Da anni la Svizzera sta aumentando la propria indipendenza energetica, passando da circa il 20% del 2001 a oltre il 25% del 2019. Più di recente, questa cifra ha raggiunto il 28%, un valore anomalo registrato durante la pandemia e dovuto al fatto che ci si è spostati di meno.

Manca un piano d'emergenza - La Confederazione non dispone di un piano di emergenza in caso di blocco delle forniture di gas naturale russo a causa di un eventuale boicottaggio da parte degli stati occidentali, quale sanzione per l'invasione dell'Ucraina.

L'Ufficio federale per l'approvvigionamento economico del paese (UFAE) fa riferimento a un documento di poche pagine del 2019, che, secondo la NZZ am Sonntag, non comprende però l'aspetto principale della questione, cioè come procederebbe concretamente la Confederazione in caso di contingentamento. Non è chiaro in particolare quali aziende continuerebbero ad essere rifornite di gas e quali no.

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