Quando il rifugiato dopo pochi giorni è già scomodo

L'accoglienza dei profughi ucraini presso i privati non procede senza intoppi.
Molti i casi in cui emergono incomprensioni. E chi ha trovato alloggio deve cercare una nuova casa.
LIESTAL - Gli svizzeri stanno mostrando grande solidarietà nei confronti dei rifugiati in fuga dalla guerra in Ucraina. Oltre ai numerosissimi camion che continuano a partire carichi di aiuti, vi sono centinaia di profughi che vengono accolti in Svizzera da privati. A quanto pare, però, non tutte queste sistemazioni sono esenti da problemi.
Come riferisce il portale "Nau.ch", nel Canton Basilea Campagna l'Ufficio del sostegno sociale e dell'inserimento ha già fatto riferimento ad alcune difficoltà di adattamento.
Per molte persone, ad esempio, risulta più difficile del previsto imparare a convivere con persone che non parlano la stessa lingua. Complicata è pure la convivenza con «quattro o cinque persone in più in casa», sottolinea il direttore Fabian Dinkel.
La maggior parte dei problemi potrebbe essere risolta privatamente, ma a quanto pare è successo più volte che i rifugiati abbiano dovuto trasferirsi. Non mancano i casi in cui i rifugiati non si sono sentiti veramente a proprio agio. «È un problema reciproco», sottolinea Dinkel.
Nel caso dei profughi collocati direttamente dal centro volontari "GGG Benevol", fino ad oggi non si è verificato nemmeno un caso del genere. Prima del collocamento dei rifugiati, infatti, vengono controllate in anticipo le famiglie ospitanti per evitare il più possibile tali situazioni.
Per Dinkel, i padroni di casa devono essere consapevoli del fatto che la convivenza non sarà facile. «È una sfida. Non bastano un paio di giorni per adattarsi. Bisogna essere in grado di trovare dei compromessi».




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