Immunosoppressi: protezione del vaccino insufficiente

Uno studio dell'Inselspital e dell'Università di Berna mostra che si rischia di sviluppare una forma seria di covid-19.
BERNA - I pazienti immunosoppressi che sono stati in terapia per meno di sei mesi e coloro che hanno subito un trapianto di un rene hanno un alto rischio di sviluppare una forma seria di covid-19 nonostante la vaccinazione contro il Sars-CoV-2. Lo rivela uno studio dell'Inselspital e dell'Università di Berna pubblicato sulla rivista specializzata "RMD Open".
La ricerca ha analizzato 23 studi per un totale di 1342 pazienti che avevano ricevuto una terapia anti-CD20, un trattamento immunosoppressivo. La terapia sopprime deliberatamente il sistema immunitario per prevenire il rigetto di un organo trapiantato.
Secondo quanto comunicato oggi dall'Inselspital di Berna, la protezione contro i decorsi gravi del covid-19 dopo due dosi di vaccino è insufficiente in molti pazienti immunosoppressi. Solo il 20% sviluppa una buona risposta immunitaria. Se la terapia risale ad almeno sei mesi, tale proporzione sale al 63%.
Lo studio ha anche mostrato che i pazienti che hanno ricevuto un trapianto di un rene hanno risposte immunitarie significativamente inferiori. Anche per questo motivo è importante, secondo i ricercatori, utilizzare strategie di vaccinazione personalizzate per i gruppi particolarmente sensibili. In Svizzera, dallo scorso novembre il piano vaccinale prevede tre iniezioni per queste persone.




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