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SVIZZERASe la pandemia alimenta l'antisemitismo

07.12.20 - 10:08
«Quando la gente è turbata e impotente, tornano a galla le teorie di cospirazione e il capro espiatorio è spesso ebreo»
Keystone - foto d'archivio
Fonte ats
Se la pandemia alimenta l'antisemitismo
«Quando la gente è turbata e impotente, tornano a galla le teorie di cospirazione e il capro espiatorio è spesso ebreo»
«Si va troppo oltre paragonando genocidi di Stato alle chiusure dei ristoranti e all'obbligo di indossare le mascherine».

BERNA - Gli ebrei in Svizzera son preoccupati per l'aumento dell'antisemitismo durante la pandemia. Per combattere questo fenomeno la strada da imboccare è quella della sensibilizzazione e del dialogo, si dice convinta la Fondazione contro il razzismo e l'antisemitismo.

Con i timori legati al coronavirus, anche nella Confederazione la discriminazione nei confronti degli ebrei appare in crescita. Quando la gente è turbata tornano a galla le antiche teorie di cospirazione, afferma Dina Wyler, direttrice della fondazione, in un'intervista concessa alla Neue Zürcher Zeitung in edicola oggi.

Un capro espiatorio aiuta infatti a gestire la situazione di impotenza. Ma, a causa di vecchie idee profondamente radicate che riemergono durante le crisi, «questo capro espiatorio è spesso ebreo», deplora Wyler, aggiungendo comunque che l'antisemitismo, pur essendo meno accettabile socialmente, non è mai scomparso.

Gli ebrei svizzeri percepiscono la questione come un problema importante. La fondazione viene informata principalmente dei danni materiali e delle esternazioni ingiuriose. Tuttavia, precisa Wyler, violenze fisiche come quelle che si verificano ad esempio in Germania sono molto rare nel nostro Paese.

Wyler chiede dialogo, sensibilizzazione e reazioni forti contro gli episodi antisemiti. Quando durante raduni contro le misure anti-Covid a Zurigo, Basilea e Lachen (SZ) sono apparsi manifestanti con le Stelle di David gialle - usate dai nazisti per identificare gli ebrei - gli altri presenti avrebbero dovuto protestare, prosegue la direttrice. «Si va troppo oltre paragonando genocidi di Stato alle chiusure dei ristoranti e all'obbligo di indossare le mascherine».

Anche i politici dovrebbero fare la loro parte e dare il buon esempio, puntualizza Wyler. L'organizzazione ha inoltre creato un'apposita pagina web su Internet per fermare l'antisemitismo. Lo scopo del sito è di far luce sulle dichiarazioni discriminatorie e di contribuire all'educazione generale sul tema.

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