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La Svizzera chiede di porre fine alla violenza in Nagorno-Karabakh

Un milione di franchi è stato destinato alle operazioni della Croce Rossa
keystone-sda.ch (AZERBAIJAN DEFENCE MINISTRY / HA)
La Svizzera chiede di porre fine alla violenza in Nagorno-Karabakh.
La Svizzera chiede di porre fine alla violenza in Nagorno-Karabakh
Un milione di franchi è stato destinato alle operazioni della Croce Rossa
BERNA - Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) chiede la cessazione immediata delle violenze nel conflitto del Nagorno-Karabakh e annuncia di aver messo a disposizione un milione di franchi per gli interventi umanitari del Comitato ...

BERNA - Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) chiede la cessazione immediata delle violenze nel conflitto del Nagorno-Karabakh e annuncia di aver messo a disposizione un milione di franchi per gli interventi umanitari del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR).

Nel contempo il DFAE deplora il fatto che le tregue umanitarie del 10 e del 17 ottobre non siano state rispettate, condanna i continui bombardamenti delle aree abitate e ribadisce il suo appello alle parti in conflitto affinché cessino le violenze.

La Svizzera invita inoltre le parti in conflitto a rispettare il diritto internazionale umanitario. «L’osservanza dei principi di distinzione e di proporzionalità e la protezione della popolazione civile e delle persone non coinvolte nei combattimenti ha la massima priorità. Questo comporta anche la rinuncia all’uso di munizioni a grappolo, che non fanno alcuna distinzione tra civili e militari. Solo con mezzi pacifici si potrà trovare una soluzione duratura al conflitto in corso. Il DFAE esorta pertanto le parti in conflitto a riprendere senza indugio e senza condizioni preliminari dei negoziati sostanziali».

La Svizzera sostiene i copresidenti del Gruppo di Minsk dell’OSCE nel loro impegno per arrivare a una soluzione pacifica ed è pronta a mettersi a disposizione per incontri al più alto livello, come ha fatto in passato. Accoglie infine con favore anche gli sforzi dell’ambasciatore Andrzej Kasprzyk, l’incaricato personale della presidenza dell’OSCE per il conflitto, e il suo impegno volto a riprendere il monitoraggio non appena la situazione lo consentirà.

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