Tartaruga dalle orecchie rosse, vietata ma tollerata

Vietata in Svizzera dal 2008 perché considerata specie invasiva che danneggia la diversità, può in realtà essere detenuta dalle persone tramite un contratto di uso in prestito
BERNA - La tartaruga dalle orecchie rosse, vietata in Svizzera dal 2008 perché considerata specie invasiva che danneggia la diversità, può tuttavia essere detenuta dalle persone tramite un contratto di uso in prestito.
L'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM) ha infatti pubblicato nei giorni scorsi due formulari appositi: uno per chiedere "una deroga per l'utilizzazione" e un altro per il "contratto di trasferimento di proprietà e comodato". Da oggi esiste anche un breve opuscolo (solo in tedesco e francese) che spiega cosa fare con queste tartarughe, anche in caso di ritrovamenti in natura.
La tartaruga dalle orecchie rosse (Trachemys scripta elegans) è una sottospecie della tartaruga palustre americana. Deve il soprannome alle due macchie di colore rosso presenti ai lati della testa. È una testuggine d'acqua dolce diurna che in condizioni ottimali di cattività può vivere in media fino a 35-40 anni, mentre allo stato brado supera di raro i 25-30 anni.
Apprezzato per i suoi bei colori, questo rettile proveniente dal Nordamerica si è diffuso in Svizzera negli anni Settanta e Ottanta. Rilasciato in natura costituisce però una grave minaccia per gli anfibi e gli insetti indigeni. Per controllare meglio il fenomeno, l'UFAM ha stabilito che tutte tartarughe dalle orecchie rosse devono essere poste sotto sorveglianza umana.
«Nonostante il commercio e l'importazione di questi animali siano vietati dal 2008, si registra un aumento dei rilasci in natura», deplora Anne Gabrielle Wüst Saucy, responsabile della sezione di Biotecnologia dell'UFAM. Ciò - aggiunge - è dovuto a un piccolo numero di persone che ancora vendono illegalmente questo animale esotico.
La tartaruga dalle orecchie rosse è ancora molto diffusa in quanto assai apprezzata quale animale da compagnia. Però chiunque anni fa abbia comprato o ricevuto uno di questi animali non deve per forza separarsene. Una registrazione permette a zoo e centri di accoglienza di ospitarli. I privati devono trasferire i loro animali in un centro registrato e concludervi un contratto per il prestito.
Questa soluzione consente di tenere le tartarughe a casa ma il diritto di proprietà viene trasferito a un apposito centro. Quest'ultimo informa il detentore privato di tutte le misure di sicurezza necessarie e gestisce un registro degli anfibi dati in prestito. Chi ha l'animale deve evitarne qualsiasi perdita nell'ambiente e deve rispondere in caso di evento fortuito. Se vuole separarsene può andare in un centro di accoglienza. Bisogna inoltre segnalare alle autorità cantonali competenti il ritrovamento in natura di un individuo.
Queste nuove misure vanno ad aggiungersi a quelle già adottate dieci anni fa, precisa la biologa dell'UFAM. Si intende così evitare, per quanto possibile, che le persone si liberino degli animali rilasciandoli in natura o uccidendoli. L'obiettivo a lungo termine - spiega - è fare in modo che in Svizzera non vi siano più tartarughe dalle orecchie rosse.



