Sgravare i bambini con background migratorio da una seconda lingua straniera li aiuterebbe, suggerisce l’Associazione svizzera degli insegnanti
ZURIGO - In Svizzera un allievo 15enne su cinque fatica a leggere e capire un testo semplice: è quanto ha rivelato, pochi giorni fa, l’ultimo studio Pisa. Ora, l’esperto di formazione dell’Associazione svizzera degli insegnanti, Jürg Brühlmann, lancia una nuova proposta per contrastare i problemi nella lettura: i bambini di madrelingua straniera con un background migratorio dovrebbero seguire dei corsi della loro lingua madre anziché quelli di francese. «Non si tratterebbe di una dispensa, ma di una sostituzione», spiega Brühlmann alla Nzz am Sonntag. Nelle sue intenzioni e pensando alla realtà della Svizzera tedesca, gli allievi avrebbero così più tempo e modo per imparare il tedesco.
«Non si può chiedere troppo ai bambini in fatto di lingue»
Christoph Eymann - presidente della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione - ritiene l’idea meritevole di essere testata: «È un buon approccio di cui si può discutere», commenta. «Non si può chiedere troppo ai bambini in fatto di lingue», aggiunge.
Soluzione valutabile solo per i singoli casi
Delle soluzioni simili, sottolinea però, devono essere provate su casi singoli e non valere per interi gruppi di persone. I bambini con un background migratorio, del resto, hanno riguadagnato abbastanza terreno nell’ultimo studio Pisa ed è necessario trovare misure per affrontare anche le carenze nella lettura dei bambini di madrelingua tedesca: «È importante sviluppare presto e in maniera intensiva la competenza degli allievi nella lettura», afferma.