Cinema: tutto Godard al Pompidou di Parigi, i 140 film
PARIGI - È la prima retrospettiva integrale della sua opera cinematografica. Non meno di 140 film, più 75 documenti che gli vengono consacrati. Da lunedì prossimo, al Centro culturale Georges Pompidou di Parigi, ci saranno tutte le pellicole firmate da Jean-Luc Godard, regista svizzero, 76 anni, fra i fondatori della Nouvelle Vague, sempre un 'dinamitardo', dice Le Monde.
La misteriosa esposizione che avrebbe dovuto accompagnare dal primo giorno la rassegna dei film - 'Viaggi in utopia, Godard, 1946-2006' - è stata invece posticipata all' 11 maggio per contrasti tra il regista e il curatore, Dominique Paini. Una incomprensione che si è conclusa con la rinuncia di Paini.
Ma intanto i film, da lunedì fino al 14 agosto. Un'opera, quella di Godard, la più diversa e sorprendente: dal primo lungometraggio 'A bout de soufflè (1960) fino all'ultimo 'Vrai faux passeport' (2006) realizzato per questa occasione, passando attraverso una produzione sterminata di fiction, cinema militante, documentari, pubblicità, fantascienza, saggi.
Il filo che lega l' opera del 'dinamitardò - scrive Le Monde - è "il riferimento ad una concezione moderna dell' arte che progetta il gesto creatore come un atto necessario di critica e di smantellamento".
Fra il primo e l' ultimo film, a quasi mezzo secolo di distanza, ciò che unisce è "la possibile riconciliazione di due termini alla quale Godard non ha mai smesso di pensare: il cinema e il mondo, la malinconia e l' azione, la critica e la creazione".
La proiezione dei film doveva essere essere accompagnata da un' esposizione, che è stata invece rinviata di qualche settimana. Il curatore Dominique Paini ci lavorava con il regista dal 2003, ma nel gennaio scorso ha rinunciato. Nessuno del Centro Pompidou è autorizzato a dire niente sul contenuto dell' esposizione. Ci sono nove sale, circa 1.100 metri quadrati, a disposizione di Godard.
Paini, che era riuscito nell'impresa di convincere il regista a realizzare l' iniziativa, se ne rammarica: "Godard - spiega - non ha voluto che si lavorasse insieme. Se avesse accettato di fare dei compromessi, avremmo potuto realizzare qualcosa di molto esaltante".
Ma notizie sul tipo di esposizione cui sta ora pensando Godard non ne dà. Così come il Centro Pompidou, che comunque promette "una bella sorpresa per tutti".




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