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MILANO

Kakà: ''Io pastore evangelico per portare nel mondo la parola di Cristo''

Il giocatore del Milan in un'intervista alla brasiliana 'Globo Tv': ''Sto studiando teologia''
Foto d'archivio
Kakà: ''Io pastore evangelico per portare nel mondo la parola di Cristo''
Il giocatore del Milan in un'intervista alla brasiliana 'Globo Tv': ''Sto studiando teologia''
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MILANO – ‘Voglio diventare un pastore evangelico per portare nel mondo la parola di Dio’. Parola di Ricardo Izecson dos Santos Leite, per tutti Kakà. O ‘Kakito’ per gli amici. E’ questo il tema dell’intervista che il calc...
MILANO – ‘Voglio diventare un pastore evangelico per portare nel mondo la parola di Dio’. Parola di Ricardo Izecson dos Santos Leite, per tutti Kakà. O ‘Kakito’ per gli amici. E’ questo il tema dell’intervista che il calciatore ha rilasciato alla trasmissione ‘Esporte Espetacular’ in onda oggi sulle reti di ‘Globo Tv’. Il giocatore del Milan e della Seleção’ secondo quanto anticipato da Ancelmo Góis, editorialista del quotidiano brasiliano ‘O Globo’, sta studiando teologia, perché la sua missione è quella di essere un Pastore. Del resto Kakà è sempre stato, anche senza titoli altisonanti o lauree o quant’altro, un ministro di Dio. Ha cominciato da bambino quando scrisse sulla porta della sua cameretta. ‘’Un bambino felice ha Gesù nel cuore’’.

Con il tempo è entrato a far parte degli ‘Atleti di Cristo’, la setta fondata nel 1978 dai giocatori brasiliani. In Italia il primo esempio di atleta di cristo fu Amarildo il centravanti della Lazio che regalava bibbie agli avversari, su e giù per tutta la penisola. Poi fu la volta di Taffarel, portiere del Parma che prima di ogni gara faceva pregare tutto lo spogliatoio.

Kakà dunque non è il primo dei giocatori a diffondere la parola di Cristo. Lo ha fatto da sempre anche nel 2002 durante i Mondiali Corea-Giappone. Mentre la sua nazionale alzava per la quinta volta la coppa del mondo di calcio, lui insieme ai suoi compagni si è inginocchiato nel cerchio di centrocampo per pregare. E ha mostrato ad un miliardo di telespettatori la sua maglia con la scritta ‘’I belong to Jesus’’ (appartengo a Dio). Ma anche gli scarpini che indossa durante le partite non sono sfuggiti ad una personalizzazione religiosa. 'Dio è fedele' ha fatto scrivere sulla linguetta-coprilacci.

(IGN)

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