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L'OSPITEIl buon cibo e il potere d'acquisto

13.03.19 - 17:00
Barbara Sala, Candidata al Gran Consiglio, PS-GISO, lista 4, numero 63
Il buon cibo e il potere d'acquisto
Barbara Sala, Candidata al Gran Consiglio, PS-GISO, lista 4, numero 63

Oggigiorno si parla sempre di più di cibo: sano, malsano, con troppo sale, si mangiano troppo poche verdure, i pesticidi che ci sono nel cibo, … Ogni tanto ho l’impressione che certe mode dietetiche o di alimentarsi siano solo per persone che possano permetterselo e questo non è giusto, perché ognuno dovrebbe avere la possibilità di scegliere veramente quello che vuole.

Per esperienza personale le cose fatte in casa (anche con qualche ingrediente abbastanza costoso) costa meno che comperare le cose già pronte al supermercato (tipo i surgelati). Con questa mia opinione non voglio assolutamente dire che ci debba essere il deprezzamento del cibo, perché se no i nostri contadini lavorerebbero a gratis e non avrebbero nessun potere d’acquisto.

Secondo me ognuno dovrebbe poter avere un salario equo e giusto, che veramente possa fare le scelte più giuste per sé stesso. Personalmente non trovo corretto che le persone più povere debbano per forza comperare il cibo meno caro, solo perché se non lo fanno non arrivano a fine mese. Questi sono comportamenti antidemocratici, perché si obbligano le persone a “intossicarsi” di più. Per esempio, si sa bene che i prodotti biologici costano meno, ma si ha una certa garanzia che non ci sia il glifosato, mentre se si compera da convenzionale in supermercato questo pesticida potrebbe trovarsi. Il glifosato è un potente pesticida che causa il cancro.

A me non pare giusto che una persona che non ha il potere d’acquisto che debba rimetterci, solo perché non può permettersi cose “migliori”. La giusta cosa da fare sarebbe aumentare il salario a tutti i lavoratori e lavoratrici (meno ai quadri delle aziende, visto che loro hanno già tanata disponibilità di danaro), dando la possibilità a tutti di operare le scelte migliori per loro. Inoltre, un altro problema sono le persone che hanno selle intolleranze. I prodotti per loro costano tantissimo, ma non è detto che tutti abbiano questo potere d’acquisto.

Perché penalizzare anche questa fascia di persone? Inoltre, se paghiamo il prezzo giusto per le derrate alimentari anche i nostri contadini, e chi lavora con loro, finalmente avranno un potere d’acquisto molto migliore e noi avremo delle derrate molto più di qualità, molto migliori. Perché non si pensa mai che tutti i mestieri sono importanti, ma senza i contadini nessuno mangia. Quindi anche la costruzione virulenta che il nostro periodo sta conoscendo, purtroppo non è una buona cosa.

Perché a noi servono i campi agricoli, per mangiare, non possiamo pensare che la Svizzera e il Ticino sopravvivano solo grazie all’importazione di derrate alimentari. In Ticino ci servono anche spazi verdi (boschivi e non) in cui il turista possa ammirare la bellezza della nostra natura, ma anche i bellissimi villaggi, borghi e città.

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