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Abbiamo testato l’iPhone più economico, ecco il nostro verdetto

Una settimana con il nuovo iPhone 16e ci ha fatti riflettere sulle nostre reali esigenze, ma anche sulle scelte di Apple.
Saul Gabaglio
Abbiamo testato l’iPhone più economico, ecco il nostro verdetto
Una settimana con il nuovo iPhone 16e ci ha fatti riflettere sulle nostre reali esigenze, ma anche sulle scelte di Apple.

SAVOSA - Prima della sua presentazione si rumoreggiava potesse essere il nuovo iPhone SE. In realtà sono bastati pochi minuti per accorgerci che il nuovo iPhone 16e non è una versione aggiornata dei precedenti iPhone SE. Ma allora che cos’è questo nuovo iPhone? La domanda è più che lecita, proviamo a rispondere sulla base di quanto abbiamo potuto osservare e provare in questa settimana di utilizzo.

Primo contatto - Appena aperta la scatola il primo impatto è stato positivo. I nuovi iPhone 16e (disponibili in due colori: nero e bianco) confermano la qualità complessiva tipica dei prodotti Apple. I bordi e gli angoli squadrati ci proiettano nel passato, ma la qualità del pannello posteriore, decisamente poco soggetto alle ditate, ci riporta nel presente e agli ultimissimi modelli presentati. Come si può vedere nelle foto, l’unica lente presente nel pannello posteriore non ha bisogno di nessun “bump” e questo conferisce a tutto il dispositivo una linearità e pulizia che va senza dubbio suo vantaggio. Accendendo lo schermo ci si accorge però subito di alcune differenze. La cornice è più larga rispetto a quella dell’iPhone 16 e la famosa tacca che tanto aveva fatto discutere (dove si trovano la fotocamera frontale e il sensore FaceID) è tornata al posto della Dynamic Island. Dal punto di vista della qualità del pannello non ci sono grandi differenze rispetto all’iPhone 16: rimane un Super Retina XDR con un po’ meno di pixel (essendo la diagonale più corta di 1 mm), con uguale densità (460 ppi), un po’ meno luminoso (800 nits e punte di 1200 nits invece dei 1000/1600 nits) e ancora con velocità di aggiornamento di soli 60 Hz.

A cosa si rinuncia facilmente - Scegliendo l’iPhone più economico si risparmia qualche soldo (poi ne parleremo) ma inevitabilmente si deve essere disposti a rinunciare a qualcosa. In molti casi recensendo le versioni standard o Pro abbiamo scritto che alcune specifiche vanno ben al di là delle reali necessità della maggior parte delle persone ed è anche per questo motivo che il ciclo di vita dei telefoni si allunga facilmente fino a 4-5 anni. Rinunciare a qualche funzionalità può quindi non essere un problema. Vediamo un po’ nel dettaglio a cosa si deve rinunciare e come questo può influire l’esperienza d’uso.

Partiamo subito da quanto abbiamo già accennato. I margini leggermente più grossi e la tacca di fatto non ci sembra che tolgano nulla all’esperienza d’uso. La Dynamic Island sta diventando sempre più matura man mano che aumentano il numero di applicazioni in grado di sfruttarla, ma fino ad ora sono davvero poche le applicazioni che ci sembrano trarne un vero valore aggiunto. In entrambi i casi ci sembrano rinunce accettabili.

In questa categoria rientra anche il tasto Camera Control che non ci ha ancora completamente convinti al punto che molto spesso dobbiamo ricordarci di utilizzarlo.

Rinunciamo facilmente anche al quinto cuore della GPU inserita nell’A18. La perdita di potenza nell’elaborazione grafica di questi processori non ci sembra assolutamente significativa. Anche così i nuovi iPhone 16e hanno tutta la potenza necessaria per giocare ai titoli presenti nello store di Apple. Anche se ovunque si vedono giovani incollati al proprio telefono per giocare, rimaniamo convinti che per dimensione dello schermo e esperienza complessiva le migliori esperienze video ludiche sia meglio andare a cercarle altrove.

Non ci sembrano rinunce eccessive quelle al Wi-fi 6e e 7, a meno di avere aggiornato il router domestico a queste ultime tecnologie, e anche la banda ultralarga per localizzare i dispositivi in modo più preciso è un’assenza perdonabile.

A cosa non avremmo voluto rinunciare - Confessiamo che non lo avremmo immaginato, ma l’assenza del MagSafe è per noi una rinuncia difficile da metabolizzare. Rinunciare alla calamita non vuol dire dover fare a meno della ricarica senza filo, ma bisogna fare attenzione a come si appoggia il telefono sul caricatore perché altrimenti potrebbe non recaricarsi e, in aggiunta a ciò, concedere un tempo di ricarica sensibilmente più lungo. Considerando che Apple ha introdotto MagSafe nel 2020, equivale di fatto ad un ritorno agli anni ’10. Si potrebbe obiettare dicendo che si può sempre collegare un cavo fisico e così la ricarica è molto più rapida, ma l’assenza di MagSafe vuol dire dover ricorrere a delle custodie per poter agganciare il telefono al supporto dell’auto. Nulla di tragico, ma perché?

Passando alle fotocamere dobbiamo fare una precisazione. Quanto state per leggere lo abbiamo inserito in questa categoria solamente perché nel nostro caso l’iPhone è anche la fotocamera che usiamo per i ricordi familiari e le vacanze. Se così non fosse è probabile che tutto il prossimo paragrafo scivolerebbe nella categoria precedente. 

Rispetto ai fratelli maggiori questo modello ha una sola ottica che, però, di fatto integra una doppia fotocamera (Fusion Camera) equivalente ad un’ottica da 26mm ed una da 52mm. Alla base dell’ottica c’è un sensore da 48 MP che però rispetto a quello dell’iPhone 16 è più piccolo e solo con la stabilizzazione ottica. Lo abbiamo messo alla prova scattando un po’ di foto e ci sembra che le differenze rispetto ad un 16 sia facilmente osservabile. Con poca luce aumenta il rumore, ma con buona luminosità si ottengono comunque delle foto di discreta/buona qualità. La gestione dei colori non ci sembra molto diversa dagli altri modelli, ma si ha molta meno profondità di campo. La singola lente inoltre limita la creatività al momento dello scatto e ci costringe a rinunciare a foto e video panoramici o “spaziali” (come pure ai video in modalità cinema). Ancor più delle foto panoramiche o, per esempio, di un teleobiettivo come quello dell’iPhone 16 Pro, in questo modello sentiamo la mancanza delle foto Macro che, senza l’ottica ultra grandangolare sono impossibili.

Nessuno come lui - L’iPhone 16e ha qualcosa che nessun altro iPhone ha: il nuovo chip C1. Questo processore è il risultato di molti anni di ricerca e cospicui investimenti che hanno portato alla realizzazione del primo modulo per la connettività ottimizzato per ridurre sensibilmente il consumo della batteria. In situazioni di bassa connettività, quando il telefono deve spesso cercare delle nuove antenne 4G o 5G a cui collegarsi, il telefono tende a consumare molta batteria, con il nuovo modulo C1 Apple è riuscita ad ottimizzare i consumi garantendo concretamente diverse ore in più di autonomia al proprio telefono. Durante la settimana di test, compreso il primo giorno in cui abbiamo impostato il dispositivo e scaricato tutte le applicazioni, a fine giornata non siamo mai scesi sotto il 22-23% di batteria rimanente, e nei giorni che definiremmo normali siamo rimasti anche sopra il 35%. Riducendo ulteriormente gli utilizzi non indispensabili come le reti sociali e regolando bene i consumi in background non è impossibile pensare di arrivare a fare due giorni con una sola carica. Non ci abbiamo provato, ma sarebbe una sfida interessante.

Se non è un SE, cos’è? - Le varie generazioni di iPhone SE erano molto apprezzate anche perché offrivano un formato differente rispetto alla tendenza ad avere telefoni sempre più grandi. Non tutti sono interessati dai telefoni di grandi dimensioni e le dimensioni degli SE permettevano ad alcuni di restare nell’ecosistema Apple con un telefono di dimensioni ridotte e più facile da infilare in tasca o in borsa. Il nuovo iPhone 16e ha invece le stesse dimensioni dell’iPhone 16 presentato in autunno ed un po’ ne siamo dispiaciuti. Grazie al processore A18 l’iPhone 16e è pronto per l’Apple Intelligence, che al momento ancora non c’è (è previsto che arriverà in aprile anche in italiano) ma che nella strategia di Apple è essenziale.

Rispetto al passato il taglio minimo della memoria è raddoppiato arrivando finalmente a 128 GB, ma si può arrivare fino a 512 GB e quindi è perfettamente in linea con i modelli principali. Ciò che lo allontana maggiormente da un’edizione SE è però un’altra cosa: il prezzo. Questo nuovo telefono ha un prezzo di partenza che è di 629.- CHF e arriva a 929.- CHF se volete il massimo della capacità di memoria. La questione del prezzo è sempre da prendere con le pinze. Il telefono nel suo complesso è un buon telefono, sicuramente adatto a chi ne fa un uso basilare e che non ha esigenze particolari. Nel momento in cui si considera l’acquisto di un prodotto è inevitabile, e indispensabile, confrontare il prezzo con quello di altri prodotti. Su questo punto l’iPhone 16e rischia di soffrire la concorrenza interna da parte degli iPhone 16 come pure degli iPhone 15 Pro (superiore praticamente in tutte le specifiche rispetto all’16e) i cui prezzi oggi non sono così distanti da quello di un 16e. Se poi consideriamo il mercato dei prodotti usati o ricondizionati, per non parlare dei prodotti di aziende concorrenti, il numero di alternative a pari prezzo o addirittura inferiore cresce notevolmente.

E quindi? - Rigirando il telefono tra le dita e pensando quest’ultima settimana ci sembra chiaro che il nuovo iPhone 16e è un telefono che può interessare coloro che non vogliono uscire dall’ecosistema Apple e che devono rimpiazzare il loro vecchio iPhone. Se avete un iPhone 7, 8, magari un iPhone SE o anche un iPhone 12 o 13 con una batteria in fin di vita, ma che di base faceva ancora ciò di cui avevate bisogno, questo nuovo iPhone vi permetterebbe di risparmiare un po’ di soldi e di ripartire per i prossimi 6-7 anni senza grandi problemi. Se invece avete esigenze maggiori, che siano di risparmio o di prestazioni, questo non è lo smartphone per voi.

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