Mentre il franco svizzero vola, sprofondano gli indici a Zurigo

Dopo l'annuncio sui dazi, la moneta elvetica continua a guadagnare punti. Profondo rosso invece per lo SMI che chiude in flessione del 5,14%
ZURIGO - Il franco si sta rafforzando ulteriormente rispetto al dollaro, con la moneta americana che alle 16.30 era scambiata a 0,8531 franchi, quasi 3 centesimi in meno rispetto a mercoledì sera, prima dell'annuncio sui dazi da parte del presidente americano Donald Trump (0,8824).
Sta perdendo terreno anche l'euro: la moneta unica è scesa sotto la soglia dei 94 centesimi per la prima volta dall'inizio di marzo e attualmente è scambiata a 0,9384 franchi. Mercoledì sera ci volevano ancora 0,9579 franchi, quasi due centesimi in più.
Giornata nera per la piazza svizzera - La borsa svizzera archivia una settimana da incubo con un'altra seduta in profondo rosso: l'indice dei valori guida SMI ha terminato a 11'648,83 punti, in flessione del 5,14% rispetto a ieri.
Il mercato ha vissuto la peggior giornata dal marzo 2020, quando si era nel pieno dell'arrivo della pandemia di coronavirus. Nello spazio di sette giorni l'SMI è crollato del 9%, azzerando totalmente una performance positiva del 2025 che ancora alcune settimane or sono era di tutto rispetto.
A dare una nuova mazzata alle piazze mondiali è stato oggi l'annuncio da parte della Cina di dazi del 34% sull'import dagli Stati Uniti, in risposta alle corrispondenti barriere doganali comunicate ieri dal presidente americano Donald Trump. Confrontati con la prospettiva di un raffreddamento congiunturale planetario e quindi di un brusco calo dei ricavi e dei profitti aziendali gli investitori sono corsi a vendere le loro azioni.
Regna il caos - «L'economia globale è entrata in un tunnel: nessuno sa cosa succederà», ha affermato un operatore riassumendo lo stato d'animo che si respirava oggi nelle sale di negoziazione. Anche il normalmente molto atteso rapporto mensile sul mercato del lavoro americano - sono stati creati più impieghi di quanto atteso e la disoccupazione si è attestata al 4,2% - non è riuscito a distratte l'attenzione dalla guerra commerciale in corso.
In un contesto così in divenire è crollato il corso del petrolio (quasi -9% per il Brent), mentre il franco si è ulteriormente rafforzato nei confronti del dollaro (sceso dello 0,3%) e dell'euro (-0,9%). In lieve rialzo (+2%) si è mostrato il bitcoin, scambiato a 83'300 dollari.
Per le imprese svizzere in giornata è giunta l'ennesima brutta notizia: Trump ha fatto sapere che i dazi arriveranno anche per il settore farmaceutico, fin qui risparmiato. Le dichiarazioni del presidente hanno subito messo sotto pressione Novartis (-5,42% a 92,03 franchi), Roche (-6,00% a 261,80 franchi) e Alcon (-7,12% a 72,82 franchi).
Non è riuscita ad arrestare le vendite Logitech (-4,83% a 59,96 franchi), che già ieri aveva perso oltre il 16%. Non molto meglio è andata la giornata per altri valori particolarmente sensibili ai cicli economici come ABB (-4,27% a 41,05 franchi), Holcim (-5,54% a 85,66 franchi), Kühne+Nagel (-2,67% a 180,55 franchi) e Sika (-3,73% a 196,00 franchi).
In difficoltà anche UBS - Nel comparto finanziario si sono confermate in grave difficoltà UBS (-5,25% a 23,26 franchi) nonché Partners Group (-7,69% a 1074,50 franchi) e oggi nemmeno gli assicurativi Swiss Life (-5,61% a 761,00 franchi), Swiss Re (-7,50% a 138,70 franchi) e Zurich (-6,95% a 565,40 franchi) sono riusciti a contenere le perdite.
Con il trascorrere delle ore hanno via via ceduto anche i valori più difensivi come Nestlé (-3,64% a 87,36 franchi) o Swisscom (-2,72% a 518,00 franchi). Un'unica azione si è salvata almeno in parte dal marasma generale: Givaudan (-0,78% a 3830,00 franchi), che è riuscita a limitare i danni.
Nel mercato allargato Swatch (-4,81% a 131,70 franchi) ha proseguito nella sua discesa. Vontobel (-10,36% 55,40 franchi), Autoneum (-8,71% a 100,60 franchi) e Huber+Suhner (-9,51% a 64,70 franchi) erano da oggi scambiate senza dividendo.