Nuove strategie europee per recedere dai contratti sul gas, in attesa della roadmap per eliminare i legami con Mosca entro il 2027
BRUXELLES - La Commissione Europea starebbe considerando diverse opzioni legali per permettere alle aziende europee di recedere gradualmente dai contratti sulla fornitura di gas russo, invocando se necessario anche la "forza maggiore". Lo riferisce un'agenzia Reutrers che spiega: «L'Unione Europea annuncerà martedì una tabella di marcia per eliminare gradualmente i restanti legami del blocco con Mosca in materia di gas».
Difficile ricorrere alla "forza maggiore" - Alcuni esperti legali, come Agnieszka Ason, avvocato specializzato in contratti di GNL, ritengono però che sia «poco probabile che la forza maggiore possa funzionare» dato che, per invocare la clausola rescissoria, il fornitore deve violare il contratto, ad esempio non consegnandolo. Cosa che non è accaduto, nonostante gli oltre tre anni di guerra.
L'opposizione di Ungheria e Slovacchia - Gli esperti legali - sentiti dall'agenzia stampa - suggeriscono che sanzionare direttamente le importazioni di gas russo sarebbe la «misura più efficace», ma ciò richiederebbe l'approvazione unanime di tutti i paesi dell'UE, cosa che potrebbe essere difficile a causa delle diverse posizioni politiche, specie quelle di Ungheria e Slovacchia che tendono a voler mantenere rapporti commerciali con Mosca.
Nel frattempo, ci sono in corso numerose controversie legali tra Gazprom e le aziende europee per violazioni dei contratti del gas e/o mancati pagamenti, stimate da Reuters intorno ai 18,5 miliardi di euro.
Cosa suggerisce l'esperto - David Haverbeke, socio dello studio legale Fieldfishe, sentito da Reuters, suggerisce che l'UE dovrebbe concentrarsi sull'aiutare le aziende a «rinegoziare e potenzialmente recedere» dai contratti con la Russia. Ma un'altra strada potrebbe essere quella di obbligare le aziende ad acquistare GNL russo all'interno di un programma di acquisto congiunto dell'UE, con un limite massimo sui volumi acquistabili.
Gli ambientalisti tedeschi - A spingere infine verso una chiusura commerciale sugli approvvigionamenti con Mosca, sono anche le organizzazioni ambientaliste tedesche (e ucraine) che chiedono un ritiro definitivo dal gas naturale russo. Lo chiedono in una lettera aperta al probabile futuro cancelliere federale Friedrich Merz (CDU).
Merz, a loro dire, dovrebbe fare una campagna contro il finanziamento indiretto della guerra di aggressione russa contro l'Ucraina attraverso l'acquisto di gas. Le organizzazioni criticano il fatto che la società statale Sefe, un tempo sussidiaria della società statale russa Gazprom, stia acquistando «quantità record» di gas naturale liquefatto russo (LNG) per l'Europa.
Il precedente governo tedesco aveva promesso di eliminare gradualmente le importazioni di gas russo. «Le chiediamo pertanto di cambiare rotta e di porre fine al sostegno indiretto di Sefe alla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina», si legge nella lettera inviata a Merz. Tra i sette firmatari figurano Deutsche Umwelthilfe (DUH), l'Istituto ambientale di Monaco, Razom We Stand e Business 4 Ukraine.
Il tutto in attesa della tabella di marcia che detterà domani l'UE, che si è data l'obiettivo di eliminare le importazioni di combustibili fossili dalla Russia entro il 2027.