Stati Uniti e Regno Unito richiamano a casa i dipendenti delle ambasciate e la Nato manda rinforzi armati all'Ucraina
La Russia risponde criticando «l'isteria europea»: per il Cremlino è l'Occidente ad aumentare la tensione con le sue azioni
KIEV/MOSCA - Regno Unito e Stati Uniti hanno richiamato i loro dipendenti dall'ambasciata di Kiev. Una decisione «in risposta alla crescente minaccia dalla Russia». E anche se Putin continua a negare l'intenzione di invadere il Paese vicino, l'Ucraina ha dichiarato di aver preso seriamente in considerazione quest'eventualità. Tra liti per gli armamenti, colloqui e promesse, ecco gli ultimi aggiornamenti dal fronte.
Si svuotano le ambasciate e si aspettano risposte
Da mesi la situazione russo-ucraina è tesa. In queste settimane vari Paesi si sono incontrati per togliere dal tavolo l'idea di un conflitto imminente, l'ultimo colloquio si è svolto a Ginevra, alla presenza del Segretario di stato americano Anthony Blinken e il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov. I risultati dell'incontro avvenuto in Svizzera si vedranno nel corso di questa settimana, in quanto pur essendo «d'accordo sul fatto che un dialogo ragionevole sia necessario», aveva detto Lavrov, Blinken vuole che la Russia fornisca le prove che non intende invadere l'Ucraina.
Intanto nel weekend gli Stati Uniti hanno chiesto ad alcuni membri del personale e ai dipendenti dell'ambasciata a Kiev di tornare a casa. Il ministero degli esteri ha giustificato tale mossa dichiarando che un'invasione russa «potrebbe avere luogo in qualsiasi momento». Questa mattina il Regno Unito, riporta il Guardian, ha seguito l'esempio, mentre la Francia ha fortemente raccomandato ai suoi cittadini di non partire in viaggio per l'Ucraina.
Tensione? «Colpa dell'isteria europea»
Comportamenti che sono stati seguiti dalle accuse russe: «Le tensioni vengono esacerbate dagli annunci e dalle azioni concrete degli Stati Uniti e della Nato», ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, denunciando «l'isteria» in Europa su una presunta imminente invasione russa dell'Ucraina.
Le azioni hanno però anche confuso gli europei, che vogliono capire le ragioni dell'allarmismo degli americani e dei loro alleati britannici e australiani, e che per questo hanno scritto a Blinken. L'Ucraina ha intanto definito «eccessive» le decisioni di allontanare il personale dalle ambasciate. Secondo Jean Asselborn, alto ministro degli esteri per l'Ue, ci si sta comportando in modo errato: «Non dobbiamo metterci nella logica di una guerra. Dobbiamo evitare una guerra».
La Russia in forze ai confini e la Nato si prepara
Dagli ultimi aggiornamenti, è noto che stanziati al confine ci sono 100'000 soldati russi e la zona più armata al momento è la Bielorussia, dove il Cremlino, in vista di quelle che dice essere delle esercitazioni militari che avranno luogo in febbraio, ha sistemato insieme alle truppe, caccia e armi pesanti, come lanciarazzi multipli Uragan e sistemi di difesa missilistica aerea S-400.
Persino a 200 chilometri dalle coste irlandesi Putin c'è. La Russia ha comunicato allo stato insulare che terrà delle esercitazioni in acque internazionali, ma pur sempre all'interno dello spazio economico irlandese. Simon Coveney, il ministro degli esteri irlandese, ha affermato che «vista la situazione attuale, questa mossa non è tollerabile».
Ma gli spostamenti non stanno avvenendo solo a est del confine. La Nato ha comunicato questa mattina in una nota che gli alleati stanno inviando caccia e navi a sostegno dell'Ucraina. In particolare: «La Danimarca sta inviando una fregata nel Mar Baltico ed è pronta a schierare quattro caccia F-16 in Lituania. La Spagna sta inviando navi per unirsi alle forze navali e sta valutando l'invio di caccia in Bulgaria. La Francia ha espresso la sua disponibilità a inviare truppe in Romania». Partecipano al dispiegamento anche Paesi Bassi e gli stessi Stati Uniti, che stanno pensando di inviare tra i 1'000 e i 5'000 soldati nell'est europeo. Il confine, insomma, è sempre più rovente.