Raid aerei contro i ribelli, oltre 12'000 sfollati

Gli attacchi hanno provocato «numerose vittime» e «la distruzione di scuole e di villaggi»
YANGON - Oltre 12mila persone sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni nei giorni scorsi in Birmania in seguito a raid aerei effettuati dall'esercito a fine a marzo contro una fazione etnica ribelle.
Lo ha reso noto lo stesso gruppo armato, il Karen National Union (KNU), aggiungendo che gli attacchi hanno provocato «numerose vittime» e «la distruzione di scuole e di villaggi». La settimana scorsa il KNU aveva sequestrato una base militare nello Stato di Karen (sudest) in risposta alla sanguinosa repressione in corso nel Paese e l'esercito aveva reagito tra il 27 e il 30 marzo con i raid aerei contro le roccaforti del gruppo.
Intanto il bilancio dei morti accertati in Birmania dall'inizio delle proteste anti golpe è salito a quota 550, riporta l'Associazione per l'assistenza ai prigionieri politici (Aapp).
Secondo l'organizzazione non profit per la difesa dei diritti umani basata in Thailandia, nella giornata di ieri sono state uccise due persone, mentre altre cinque avevano perso la vita nei giorni scorsi ma non erano state conteggiate. Finora nel Paese le forze di sicurezza hanno arrestato 2.751 persone.




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