Cerca e trova immobili
ITALIA

Se il coronavirus arriva alla Scala: «Il teatro vuoto? Faceva impressione»

Oltre alle rappresentazioni mutilate durante le misure, ora il nuovo Dcpm è un incubo pure per il teatro milanese
Keystone/Colombo
Se il coronavirus arriva alla Scala: «Il teatro vuoto? Faceva impressione»
Oltre alle rappresentazioni mutilate durante le misure, ora il nuovo Dcpm è un incubo pure per il teatro milanese
La testimonianza del corista Gérard Colombo, positivo e in quarantena: «Mascherina sul volto, fino a prima di iniziare a cantare»
MILANO - Anche la Scala di Milano si piega alla pandemia e sospende le sue attività: nove cantanti sono risultate positive al Covid e Ats ha messo in quarantena l'intero coro, di cui fa parte l’artista Gérard Colombo, so...

MILANO - Anche la Scala di Milano si piega alla pandemia e sospende le sue attività: nove cantanti sono risultate positive al Covid e Ats ha messo in quarantena l'intero coro, di cui fa parte l’artista Gérard Colombo, sottoposto a tampone e in isolamento domiciliare.

Ansia e stanchezza sono i sentimenti che lo pervadono, culmine di due mesi di ripresa delle prove e di alcuni concerti straordinari non certo sereni e con modalità di lavoro del tutto inedite: «Un coro per sua natura è un organismo unico, in cui le voci individuali si devono annullare – spiega – per riuscirci bisogna sentire il respiro del tuo vicino, ma con le nuove norme non si può, quindi durante gli spettacoli mi sono ritrovato a dover lavorare molto su me stesso e meno sull’insieme e quindi a pensare più a me, come un solista». 

Un paradosso, certo, dal quale Colombo cerca di trarne qualcosa di positivo, tra tante difficoltà: «l’aspetto più sconcertante è l’assenza di pubblico in teatro entravano meno di un terzo degli spettatori abituali e questo si percepisce profondamente dal palcoscenico».

Per quel che riguarda la vita lavorativa quotidiana, ricominciata il 31 agosto, Colombo si è allineato al rigido protocollo della Scala: «prima della ripresa siamo stati tutti sottoposti a esami che sono stati ripetuti ogni quindici giorni. All’ingresso prova della temperatura, mascherina Ffp2 sempre indossata salvo i fiati e noi coristi solo nel momento del canto».

E se esibirsi è difficile, stare a casa lo anche di più: «Il mio lavoro mi manca molto», conferma, «soprattutto quello con la mia corale che dirigo con molta passione e che mi ha dato tante soddisfazioni».

🔐 Sblocca il nostro archivio esclusivo!
Sottoscrivi un abbonamento Archivio per leggere questo articolo, oppure scegli MyTioAbo per accedere all'archivio e navigare su sito e app senza pubblicità.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE