Il messaggio di speranza del Presidente della Repubblica al popolo francese: «Ce la possiamo fare»
PARIGI - «Ricostruiremo Notre-Dame entro 5 anni, ancora più bella. Ce la possiamo fare». Così ha esordito, nel suo discorso ai francesi, il presidente della Repubblica Emmanuel Macron.
Il presidente francese ha poi lanciato un appello all'unità della nazione. Rendendo omaggio all'«eroismo» di pompieri, poliziotti, personale sanitario, Macron ha aggiunto che ieri sera «abbiamo visto questa capacità di mobilitarci e di unirci per vincere». «Mi rivolgerò nuovamente a voi nei prossimi giorni affinché si possa agire», ha proseguito Macron, che ieri aveva annullato, a causa dell'incendio a Notre-Dame, l'intervento in televisione per rispondere alla crisi dei gilet gialli. «Domani la politica e i suoi tumulti riprenderanno ma non è ancora arrivato il momento». E ancora: «Siamo un popolo di costruttori, abbiamo tanto da ricostruire». Quindi l'invito ai francesi di «diventare migliori di quanto siamo» e di «ritrovare il filo del nostro progetto nazionale, un progetto umano, appassionatamente francese».
«L'incendio di Notre-Dame - ha concluso - ci ricorda che la nostra storia non si ferma mai e che avremo sempre delle prove da superare». «Spetta a noi, francesi, garantire questa grande continuità che è la cifra della nazione francese». Domani, il consiglio dei ministri sarà «interamente dedicato» all'incendio di Notre-Dame, ha riferito l'Eliseo.
Gara alla solidarietà - Intanto, è partita la gara alla solidarietà. Miliardari come Pinault (il primo a lanciarsi nella corsa stanotte, con 100 milioni di euro) e Arnault, seguiti da Bettencourt e da imprese come Total, hanno totalizzato oltre 700 milioni in poche ore.
Ma si muovono anche istituzioni pubbliche, enti, università, che offrono il savoir-faire dei loro esperti e il background dei tecnici. La sindaca Hidalgo ha invocato addirittura una conferenza mondiale dei donatori, l'Unesco ha offerto la sua perizia in tema di monumenti danneggiati.
Inchiesta per disastro colposo - L'inchiesta avviata ieri sera è per «disastro colposo» e da questa ipotesi gli inquirenti non si spostano. È quella «privilegiata», ha confermato oggi Heitz, e «nulla lascia pensare» a un atto doloso. Il ministro dell'Interno, Christophe Castaner, in risposta alle ipotesi del sovranista Nicolas Dupont-Aignan ("i francesi vogliono la verità"), ha detto che «chi si crogiola in ipotesi complottiste non è un politico».
La polemiche - Ma il fatale ritardo, l'inefficacia iniziale dell'intervento dei pompieri - lodati poi per aver salvato la struttura della cattedrale - e soprattutto la notizia del primo allarme ignorato hanno fomentato le polemiche. Anche se, già da ieri sera, è stata definitivamente archiviata quella sul mancato utilizzo di Canadair, ipotesi suggerita da un tweet del presidente americano Donald Trump: gli esperti sono unanimemente d'accordo con la Protezione civile, che ha escluso tale eventualità poiché bombardare d'acqua monumenti così delicati può facilmente provocarne il crollo generale.
Il capo della principale impresa di restauro, una delle 5 presenti a Notre-Dame da alcuni giorni per la maxioperazione di messa in sicurezza e relooking, ha assicurato che «tutti i dispositivi e le procedure di sicurezza sono stati pienamente rispettati».
Reliquie in salvo - Le reliquie di inestimabile valore che si trovavano nella cattedrale sono in salvo, dalla corona di spine che la tradizione attribuisce a Gesù Cristo, fino alla tunica del sovrano San Luigi. I tre rosoni di Notre-Dame hanno resistito al terribile calore, mentre la buona sorte ha fatto sì che le 16 statue che troneggiano sul tetto fossero state asportate soltanto 4 giorni prima per procedere al restauro in laboratorio.
Salvo anche il gallo in bronzo che sovrastava la guglia di Notre-Dame. È stato ritrovato tra le macerie, apparentemente integro, da uno specialista nel restauro di monumenti storici. Creduto perso per sempre, l'opera dell'architetto Viollet-le-Duc, contiene al suo interno un frammento della Corona di spine, e le reliquie di Saint-Denis e Sainte-Geneviève.
Timore per i dipinti - Grande il timore, invece, per i grandi dipinti: il ministro della Cultura, Franck Riester, ha detto che non potranno essere staccati dal muro per la "deumidificazione" prima di venerdì. Lo stesso Riester ha aggiunto stasera di avere invece timore per la tenuta del pinnacolo del transetto nord, che rischia di cadere sulla strada sottostante, tanto che 5 edifici restano evacuati da ieri sera. Ha sofferto ma non è danneggiato irreparabilmente anche il monumentale organo di Notre-Dame.