Bambini separati: conduttrice televisiva scoppia a piangere in diretta tv
Rachel Maddow non è riuscita a portare a termine la sua trasmissione sul canale MSNBC e per questo si è scusata pubblicamente
NEW YORK - La famosa conduttrice televisiva statunitense Rachel Maddow è scoppiata in lacrime martedì durante la sua trasmissione quotidiana sul canale MSNBC .
Leggendo le notizie di giornata, la giornalista non è riuscito a trattenersi riferendo della separazione di bambini e genitori al confine tra Stati Uniti e Messico.
Balbettando la notizia - descrivendo le celle preparate per i piccoli - fra un’interruzione e l’altra ha chiesto al regista di mostrare un grafico, ha cercato di sorridere, ma nulla. «Penso di non farcela - si è poi arresa - mi dispiace, è tutto, ci vediamo domani».
La 4enne si è poi scusata via Twitter: «Mi dispiace. Essere in grado di parlare in TV è il mio lavoro, ma all'improvviso non sono più riuscita a dire e a fare nulla. Mi scuso per aver perso il filo». E ha poi twittato tutta la notizia.
La donna ha ricevuto la vicinanza e il sostegno di tutti i suoi follower.
Ugh, I'm sorry.
— Rachel Maddow MSNBC (@maddow) 20 giugno 2018
If nothing else, it is my job to actually be able to speak while I'm on TV.
What I was trying to do -- when I suddenly couldn't say/do anything -- was read this lede:
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Otto governatori non manderanno più personale - I governatori di almeno otto dei 50 Stati degli Usa, tra cui due repubblicani, hanno revocato la loro decisione di mandare la Guardia nazionale al confine Usa-Messico, come aveva chiesto nei mesi scorsi il presidente americano Donald Trump. La retromarcia è in segno di protesta contro la separazione dei bambini dai genitori che entrano illegalmente negli Stati Uniti, causata dalla politica di tolleranza zero della Casa Bianca.
Tra i governatori del Grand Old party in rivolta anche Rick Scott, che ora guida la Florida e si candiderà come senatore nelle elezioni di midterm: «Sono stato molto chiaro nel dire che non concordo assolutamente con la prassi di separare i bambini dalle loro famiglie. Questa prassi deve finire ora».
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